Battaglia legale

Accolte le eccezioni difensive: non inizia il processo che vedeva imputata la criminologa Bruzzone

La nota psicologa è stata querelata per diffamazione da un ex compagno e funzionario di polizia per alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa

Savona. Diffamazione continuata a mezzo stampa e internet. Era questa l’accusa contestata alla nota criminologa e psicologa Roberta Bruzzone nel processo che sarebbe dovuto iniziare questa mattina nel tribunale di Savona. Il dibattimento invece non è stato nemmeno aperto alla luce delle eccezioni (poi accolte) presentate dai difensori dell’imputata, gli avvocati Maria Cristina Ciace e Emanuele Florindi.

Secondo i legali della dottoressa Bruzzone, infatti, ci sarebbe un problema di competenza territoriale, ma anche procedurale in relazione alla citazione diretta a giudizio perché il procedimento sarebbe dovuto passare attraverso l’udienza preliminare. Eccezione che, in effetti, è stata accolta dal giudice Marco Canepa che ha deciso di ritrasmettere gli atti al pm Giovanni Battista Ferro per formalizzare una nuova richiesta di rinvio a giudizio ed, eventualmente, per valutare anche l’eccezione sulla competenza territoriale.

I fatti contestati alla nota criminologa risalgono alla fine del 2010 e all’inizio del 2011 quando, secondo l’accusa, avrebbe diffamato un suo ex partner, il funzionario di polizia Marco Strano, con una serie di dichiarazioni rilasciate a giornali e riviste (per la precisione al quotidiano Affari Italiani, al Corriere della Sera e al settimanale Di Più) pubblicate su articoli cartacei e online.

Affermazioni giudicate diffamatorie da Strano che infatti l’aveva querelata dando avvio al procedimento penale. L’uomo, tra l’altro, si era costituito parte civile con l’assistenza dell’avvocato Claudio Salvagni (il legale noto a livello nazionale come difensore di Massimo Bossetti nel processo per l’omicidio della piccola Yara).

Proprio tra l’avvocato Salvagni e i legali di Roberta Bruzzone, questa mattina, si è registrata una schermaglia decisamente vivace (tanto che, sentendosi accusata dal collega di aver commesso un falso in relazione alla dichiarazione di domicilio della sua assistita, l’avvocato Ciace ha chiesto che il pm valuti di aprire un fascicolo per calunnia).

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.