Lo zibaldone

La tradizione delle statuine del presepe

Lo Zibaldone è la rubrica di curiosità di IVG: ogni mercoledì storia, cultura, aneddoti, riflessioni e scoperte della nostra provincia

Zibaldone

Lo Zibaldone è la rubrica di IVG su storie, racconti, aneddoti e scorci culturali della nostra provincia, curata da Sara Sacco.
Storie… storie… quante storie da raccontare: alcune si scoprono casualmente, altre affiorano prepotenti durante appassionanti ricerche, e poi aneddoti, ispirazioni, pensieri e parole…

Non tutti sanno che…

Tanti anni fa avevo una zia che per tutto il periodo natalizio trasformava un’intera stanza di casa sua in un presepio vero e proprio. A bocca aperta, in silenzio, entravamo per ammirare il soffitto che diventava il cielo stellato di notte, le pareti montagne innevate, e poi si sentiva l’odore del muschio (quello vero!) a creare colline bagnate da ruscelli fatte in carta alluminio, che si trasformavano a valle in laghetti creati con gli specchi dove nuotavano cigni. E poi le casette di cartapesta illuminata, il fuoco rosso vivo del fabbro e del panettiere, i pastori con il gregge, galline e pulcini nelle aie; non mancavano mia gli angioletti, i magi e naturalmente la stella cometa appoggiata sulla capanna-grotta dove si aspettava l’arrivo del Bambino Gesù, la notte di Natale…

Leggendo ho scoperto che nel savonese l’arte delle figurine del presepe è particolarmente legata alla storia del territorio fin dall’epoca romana: nelle botteghe artigiane, nella Liguria del Settecento, si realizzano statue in legno, dorate e dipinte, in grandi dimensioni commissionate da facoltosi privati e religiosi, oppure statuine in ceramica, pensiamo alla fornace di Giacomo Boselli e alle prime creazioni di Antonio Brilla a Savona.

Nella zona delle Albissole, la tradizione prosegue prima con l’arte dei “figulin” poi, dalla fine dell’Ottocento, in forma più umile e semplice: le madri, le moglie e le figlie delle maestranze impiegate nelle fornaci e nelle fabbriche dove si produceva il vasellame in terracotta, recuperavano un po’ di argilla di scarto trasformandola in statuine. Erano le “figurinaie” che creavano i personaggi popolari del presepe, lavorati con linee grezze ed elementari, colorati a freddo con tinte vivaci, denominati con un po’ di disprezzo con il termine di “Macachi” (in dialetto ligure “macacu” significa persona stupida, in italiano in senso figurato il “macaco” è un uomo brutto e sciocco), che venivano cotti gratuitamente nei forni industriali.

Alcune di queste statuine finivano a popolare i loro presepi, altre venivano vendute per arrotondare le entrate durante la festa di Santa Lucia, il 13 di dicembre a Savona, di cui abbiamo raccontato nella storia precedente, nella zona compresa tra via Santa Lucia, via Paleocapa, via Mistrangelo e via Famagosta.

Non tutti sanno che… la tradizione dei “macachi” rischiò di scomparire ma grazie alla scuola-laboratorio denominata “Macachi Lab” la tradizione tipica locale delle statuine di Albissola è stata recuperata dal 2014, partendo dagli stampi di Beatrice Maricone, l’ultima figurinaia storica.

Non tutti sanno che… a Imperia si trova un Museo del Presepe che ospita 113 statuine lignee create dallo scultore genovese Anton Maria Maragliano.

Non tutti sanno che… tanti sono i presepi da visitare in provincia di Savona, qui ne possiamo citare solo alcuni: il presepe meccanico nella Parrocchia di S.Matteo a Luceto (frazione di Albisola), il presepe vivente a Feglino e a Roccavignale, il presepe del mare in Assonautica a Savona, la via dei Presepi alle Faje (frazione di Varazze), il presepe illuminato a Celle…

Che occupi una stanza oppure una piccola campana di vetro, la creazione del presepe unisce grandi e piccini in un momento sacro, quello della famiglia.

Buon Natale a tutti i lettori di IVG!

Lo Zibaldone è la rubrica settimanale di IVG su storia e cultura savonese, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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