Finale Ligure. “Il concorso per l’assunzione del Direttore Generale di Finale Ambiente è molto probabilmente nullo perché la selezione è stata condotta da una commissione politica e non tecnica”. Lo affermano i membri dei gruppi di minoranza di Finale Ligure. La graduatoria finale ha premiato Silvio Ascoli, attuale direttore generale dell’Acta, società partecipata del Comune di Potenza per il servizio di raccolta dei rifiuti.
L’esponente della minoranza finalese spiega: “La legge prevede che per tutti gli enti pubblici – dai Comuni alle partecipate come Finale Ambiente – la selezione del personale debba essere effettuata da tecnici competenti ed esclude categoricamente che possa essere effettuata dai politici. Una buona pratica volta a spezzare i rischi di clientelismi e raccomandazioni espressa con estrema chiarezza nella norma sul reclutamento del pubblico impiego: “… composizione delle commissioni esclusivamente con esperti di provata competenza nelle materie di concorso, scelti tra funzionari delle amministrazioni, docenti ed estranei alle medesime, che non siano componenti dell’organo di direzione politica dell’amministrazione, che non ricoprano cariche politiche e che non siano rappresentanti sindacali o designati dalle confederazioni ed organizzazioni sindacali o dalle associazioni professionali… “.
“Una norma che garantisce il più generale principio di imparzialità e dovrebbe essere adottata anche se non lo imponesse la legge. Al contrario, nella selezione del futuro direttore di Finale Ambiente questa norma è stata palesemente violata perché la commissione era composta dal CdA nominato dal sindaco, quindi sua diretta emanazione politica. Il rispetto delle regole non è opzionale: i concorsi che non le rispettano sono semplicemente nulli” aggiunge ancora Simonetti.
“La minoranza ha cercato di proteggere la partecipata segnalando il problema il 18 Dicembre con un’interrogazione ai responsabili del controllo di Finale Ambiente (il segretario comunale ed il collegio sindacale di Finale Ambiente). Lo scopo della minoranza era evitare la nullità del concorso e gli inevitabili contenziosi che avrebbero prolungato l’assenza di un direttore generale”.
“Il CdA – di nomina politica – ha scelto di andare avanti come se nulla fosse. Alla minoranza non è stata data risposta ed il concorso si è concluso con la nomina di un vincitore. La cautela della minoranza è stata ignorata e per la società si apre un nuovo fronte di instabilità: la lite sul concorso da direttore può iniziare” concludono i consiglieri.