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Accusati di lavoro nero ed evasione fiscale: prosciolti gli amministratori della Ingaunia Multiservizi

Secondo le Fiamme Gialle era una finta coop e mascherava una fiorente attività imprenditoriale: il gup però ha emesso una sentenza di non luogo a procedere

tribunale savona

Albenga. Nel dicembre del 2015 la loro cooperativa era finita al centro di un’indagine della guardia di finanza di Albenga intorno ad un presunto giro di lavoro nero, di stipendi “fuori busta” e concorrenza sleale nei confronti di altre aziende. Questa mattina, per quella vicenda, gli amministratori della “Ingaunia Multiservizi”, Alessandro Barbieri e Giuseppe Distilo, sono stati però prosciolti da ogni accusa in udienza preliminare dal giudice Maurizio Picozzi.

Il gup ha infatti emesso una sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste per entrambi gli imputati. Secondo gli investigatori, i due amministratori (la Ingaunia Multiservizi opera in vari settori tra cui, ad esempio, servizi di bagnini, guardiania notturna, servizi di pulizia e giardinaggio, anche presso Enti pubblici e ospedalieri) avevano mascherato l’esercizio di una fiorente attività imprenditoriale nella forma giuridica di cooperativa sociale con lo scopo di ottenerne vantaggi economici, tra cui agevolazioni fiscali e contributive. Un escamotage che, sempre per la Procura, averebbe “falsato” la concorrenza con altri imprenditori locali che operavano, negli stessi settori, con le forme commerciali e d’impresa, quindi non usufruendo di analoghe agevolazioni.

L’attività investigativa delle Fiamme Gialle era durata mesi durante i quali i finanzieri avevano sentito numerose persone, esaminato la documentazione amministrativo/contabile acquisita nella sede della coop e numerosi conti correnti bancari. Secondo l’accusa i “soci lavoratori” rivestivano solo formalmente quella qualifica, ma sarebbero stati normali lavoratori dipendenti, pagati anche con somme di denaro “in nero”. La guardia di finanza di Albenga aveva accusato Barbieri e Distilo anche di aver emesso fatture false e, di conseguenza, di evasione fiscale.

Accuse dalle quali i due imprenditori, assistiti dall’avvocato Marco Ballabio, si sono sempre difesi. “La cooperativa non aveva mai avuto alcun dubbio sulla bontà del proprio operato. Durante la sua attività ha contribuito attivamente a dare un forte sostegno alla comunità ingauna, nello specifico a circa 200 famiglie, creando importanti opportunità occupazionali. Ancora oggi rappresenta, e continuerà a rappresentare, un valido sostegno per il tessuto sociale albenganese poiché, affiancando gli uffici dei servizi sociali, può dare un attivo sostegno a quelle famiglie che, colpite da un momento economico difficile, rischiano di essere messe ai margini dalla società” avevano spiegato dalla Ingaunia Multiservizi.

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