La protesta

Sciopero dopo 20 anni dei lavoratori Carige: “Giù le mani dai dipendenti”

E intanto il titolo in Borsa è di nuovo sospeso, questa volta però per eccesso di rialzo teorico a +29%

Liguria. Le parole crociate compongono la scritta “sciopero Carige dopo 20 anni oggi” e poi i cartelloni con frasi come “non possiamo pagare tutti per la gestione di pochi, giù le mani dai dipendenti Carige”. Sono tanti i lavoratori che stamani hanno aderito allo sciopero, indetto solo dalla Fisac Cgil, e che poi hanno dato vita a un corteo per le vie del centro di Genova. Alla manifestazione hanno partecipato molte delegazioni delle province liguri e delle regioni limitrofe. Al corteo si sono aggiunte anche rappresentanze di altri lavoratori del credito e delle categorie della Cgil.

Il sindacato, in un volantino, spiega il perché dello stato di agitazione a cui hanno aderito anche delegazioni dalla Toscana, dall’Emilia, oltre alle province della Liguria.

Lo sciopero arriva dopo una serie di tentativi che hanno visto le organizzazioni sindacali chiedere conto ai vertici di Carige di un piano industriale che non guarda al futuro e che scarica su lavoratori, cittadini e sui clienti compulsive pressioni commerciali ed inefficienze del management: mille esuberi e la chiusura di 120 filiali a livello nazionale.

“Il gruppo è in crisi dal 2013 e da quel momento ci siamo sempre seduti responsabilmente a contrattare, accordi che per quanto buoni comportavano sacrifici per i lavoratori”. Per la Cgil, quindi, i “responsabili” sono coloro che hanno “promosso il processo che ci ha portato fino a questi punti”.

“Noi non ci siamo mai sottratti, né ci sottrarremo al negoziato, ma a questo punto c’è bisogno che chi fino a oggi ha tenuto in piedi il rapporto con i clienti e sopportato pressione da capi e capetti faccia sentire la porovpia voce”.

I lavoratori si sono raccolti in largo Pertini a Genova e hanno poi organizzato un corteo. Nel frattempo in un’altra “piazza”, in Borsa, il titolo Carige è di nuovo sospeso, questa volta però per eccesso di rialzo teorico a +29%.

Al termine della manifestazione è stato chiesto un incontro all’amministratore delegato Paolo Fiorentino il quale in un primo momento ha fissato l’appuntamento per oggi alle 14,30, salvo cambiare idea dopo poco e delegare un funzionario, comportamento talmente inqualificabile da non meritare nemmeno di essere commentato. “Quello che deve essere chiaro all’amministratore delegato e a tutti i vertici Carige è che questo piano industriale non è sostenibile per lavoratori che nel tempo hanno già contribuito in modo più che responsabile alla sopravvivenza della banca e alla sua reputazione nei confronti della clientela. Negli ultimi anni, mentre si bruciavano due ricapitalizzazioni, sono stati siglati ben due accordi con i quali si è ridotto il personale e si è contenuto il costo del lavoro con grandi sacrifici per tutti i dipendenti”.

“Poiché in questi giorni difficili per il futuro della Banca, non sono cambiate le condizioni del piano industriale, la Cgil rinnova la richiesta di un incontro urgente con i massimi livelli aziendali per discuterne l’impatto occupazionale e per riaffermare la dignità dei lavoratori che quotidianamente spendono la loro professionalità per difendere e far funzionare la banca”.

“Stamattina ho ritenuto importante essere in piazza con i lavoratori che hanno deciso di manifestare, preoccupati non solo dal nodo occupazionale, ma anche da un cambio di identità della banca che sicuramente sarebbe deleterio per il territorio –dichiara il consigliere regionale di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino, presente alla manifestazione -. In questi giorni ho trovato molto buon senso nelle posizioni della Fisac-Cgil. Affrontare le vicende di una banca è sempre un tema delicato. Ma non si possono sottacere le responsabilità pesanti di chi ha guidato la banca per anni, con palesi disattenzioni anche della politica locale. Non a caso in questi giorni, quando si parla di Carige, molti sembrano bypassare la storia recente che purtroppo ha evidenziato verità scomode, ma assolutamente incresciose”.

“Come al solito le crisi le pagheranno sempre e soltanto i lavoratori, con processi di ristrutturazione in questo caso decisamente pesanti – conclude Pastorino -. Sono certo che la manifestazione di questa mattina sia stata giusta: i protagonisti della vicenda Carige non possono essere soltanto i manager, il mercato, i mass media, ma deve essere anche, e soprattutto, chi ha lavorato con competenza e onestà all’interno dell’istituto. Carige deve rimanere un punto di riferimento per lo sviluppo del territorio genovese e ligure: i protagonisti di questo obiettivo non possono che essere i lavoratori”.

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