Nuovi cuochi

I “quattro d’Albenga”, 4 giovani albenganesi diplomati alla scuola “Alma”

"Questa esperienza all'Alma ha cambiato completamente il nostro modo di vedere la cucina"

chef albenganesi

Albenga. I Quattro di Albenga non sono solo i prodotti d’eccellenza dell’agricoltura ingauna. Non sono soltanto il carciofo spinoso, l’asparago violetto, la zucchina trombetta e il pomodoro cuore di bue. No, i quattro di Albenga sono, da oggi, anche i quattro nuovi cuochi diplomati all’Alma, che, dopo il corso di studi all’alberghiero di Alassio, la scuola di Gualtiero Marchesi ha preparato e sfornato per entrare nel mondo della ristorazione. Sono Piercarlo Alizeri, classe 1996, Nicoló Monticelli, 1995, Gianluca Tatti, classe1994 e Gabriele Patrone, classe 1997.

Quattro giovani ragazzi albenganesi che hanno impegnato tempo, forze e risorse per andare a studiare, un anno intero, nella prestigiosa scuola di cucina, nella reggia di Colorno, dove hanno frequentato il 37° corso superiore di cucina italiana. Quattro giovani ingauni, che hanno trascorso sei mesi di stage in prestigiosi ristoranti stellati: Piercarlo Alizeri al Ristorante “Borgo San Jacopo” di Firenze con lo Chef Peter Brunel; Nicoló Monticelli al Ristorante “Alice” di Milano con lo Chef Viviana Varese; Gianluca Tatti al Ristorante “Dolce Stil Novo” di Venaria Reale con lo Chef Alfredo Russo; Gabriele Patrone, al Ristorante “Antica Corte Pallavicina” di Polesine Parmense (PR) con lo Chef Massimo Spigaroli.

“Questa esperienza all’Alma – commentano Piercarlo, Gabriele, Gianluca, Nicoló – ha cambiato completamente il nostro modo di vedere la cucina e ci ha permesso di maturare e crescere umanamente e professionalmente. Alma non è semplicemente una scuola di cucina, ma molto di più: è conoscenza, è passione, è mettersi in gioco, è sacrificio”.

Proseguono i novelli cuochi: “La ristorazione non è per tutti. Oggigiorno il mestiere del cuoco viene spesso molto “romanzato” dai social e dalla tv; tante persone si fiondano in questo mondo senza essere al corrente di cosa serva davvero per fare questo lavoro: alla base occorrono umiltà, come già detto, e anni di esperienza per poter arrivare a risultati concreti. È una vera e propria vocazione”.

“Siamo andati all’Alma, perchè volevamo crescere professionalmente. Eravamo alla ricerca di qualcosa che potesse soddisfare la nostra fame di conoscenza, non soltanto da un punto di vista di tecniche e ricette, ma anche a livello culturale, per comprendere al meglio il patrimonio gastronomico del nostro paese, unico al mondo, racchiuso in secoli di storia e tradizione. Oggi ci ritroviamo diversi e cresciuti, con un nuovo modo di vedere la cucina, con ancora più fame di conoscenza e curiosi di sapere cosa ci riserverà il futuro” concludono Piercarlo, Gabriele, Gianluca, Nicoló.

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