Savona. Verrà disposta una nuova perizia nell’ambito del procedimento per disastro ferroviario, frana e crollo colposo relativo al deragliamento del treno Intercity 660 Milano-Ventimiglia a Capo Rollo di Andora, avvenuto il 17 gennaio del 2014, che era stato causato da una frana.
Lo ha deciso questa mattina in udienza preliminare il giudice Fiorenza Giorgi che conferirà l’incarico per il nuovo accertamento tecnico, richiesto dai legali degli imputati, il prossimo febbraio. Secondo i consulenti del pm Giovanni Battista Ferro, la smottamento era stato causato dal cedimento di un terrazzo (adibito a parcheggio), costruito diversamente da come era stato progettato. L’accusa, inoltre, sostiene che siano stati ignorati i segnali di cedimento.
A giudizio ci sono cinque persone: i proprietari della struttura Giulia Di Troia e il marito Raffaele De Carlo, entrambi milanesi, il costruttore Damiano Bonomi, il tecnico bergamasco Giovanni Bosi, che aveva effettuato i controlli sulla stabilità, e Franco Dagnino, dirigente della Ferservizi spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato che si occupa della gestione del patrimonio immobiliare. La posizione di un sesto indagato, Vincenzo Di Troia, è stata invece stralciata perché l’uomo ha perso la vita nell’agosto scorso in un tragico incidente stradale.
Il giorno della tragedia sfiorata (sul convoglio c’erano circa 200 passeggeri) sulla linea ferroviaria erano caduti oltre duemila metri cubi di terra e rocce proprio mentre transitava l’intercity che, per miracolo, era rimasto in bilico a picco sul mare. A causa dell’incidente, i collegamenti ferroviari in Liguria erano rimasti spezzati in due per alcuni mesi.
Per l’esito dell’udienza preliminare bisognerà quindi attendere l’esito della perizia tecnica che sarà richiesta dal gip. Nel frattempo, questa mattina, si sono registrate le costituzioni di parte civile da parte di Trenitalia e due proprietari di alloggi del condominio interessato dal crollo.