Liguria. Un grido d’allarme già annunciato e oggi tradotto in una parola: “Vergogna”. E’ quello delle famiglie, degli enti erogatori no-profit, e dei lavoratori delle associazioni dei disabili fortemente preoccupati per le scelte della Regione che “stanno mandando in crisi i servizi per la disabilità”.
E questa mattina una nutrita delegazione del settore è arrivata in presidio davanti alla sede del Consiglio regionale, riunito per il voto al Piano sociosanitario e poi è stata ricevuta dalla Conferenza capigruppo. Un’audizione che si è tenuta nell’aula consiliare, e non nella sala dedicata, per far partecipare tutti gli interessati e che ha di fatto interrotto i lavori.
“Il mondo della disabilità – spiega Aldo Moretti, presidente del Coordinamento regionale enti riabilitazione handicap – è fortemente penalizzato dalle disposizioni uscite dalle delibere regionali da aprile a oggi, sia sul piano economico, con un budget nettamente inferiore ai precedenti ma con prestazioni inalterate, sia sul piano qualitativo dell’offerta. Non chiediamo aumenti economici, solo di poter rivedere insieme il sistema perché rimanga di qualità e porti sempre più verso forme di autonomia”.
Il settore, che a livello di bilancio regionale comporta una spesa annua di 210 milioni, ha subito nel 2012 un taglio del 5% che non è mai più stato assorbito. “Ora abbiamo ulteriore tagli sul budget e sulle prestazioni – riprende Moretti- questo ci impedisce di poter lavorare con qualità. Non è più assistenza ma assistenzialismo. Bisogna risparmiare proprio sui più fragili, tagliando i servizi, peggiorando le condizioni di accesso alle prestazioni e dei lavoratori? La disabilità non può essere considerata un costo: le persone disabili non sono numeri, si deve partire dai loro bisogni e dalle difficoltà delle famiglie”.
“La Regione taglia i fondi per i disabili” ribadiscono in una nota i consiglieri regionali del Pd Raffaella Paita e Pippo Rossetti, dopo la sospensione dei lavori che ha consentito alle associazioni liguri (Anffas, Ens, Cepim, i genitori del Villaggio del Ragazzo, Aias e Don Orione fra le altre) di denunciare la situazione di grave emergenza con cui devono fare i conti.
“Sono due anni che l’assessore Viale sostiene che ci sia un accordo sui fondi per i disabili – sottolinea Rossetti – ma come dimostrano i genitori delle tante famiglie arrivate questa mattina in Regione i tagli ci sono eccome. Diminuire le prestazioni vuol dire scaricare sulle famiglie i problemi e mette a rischio anche i posti di lavoro, per tutti gli addetti che operano in questo settore”.
“Ci sono liste d’attesa molto lunghe nel dopo di noi, negli ambulatori riabilitativi, nei centri diurni e nelle RSA – sottolinea Paita – e se la Regione riduce i fondi queste attese aumenteranno esponenzialmente. È una questione di dignità ed equità sociale. La Giunta non può voltarsi da un’altra parte”.
“Toti convochi un tavolo permanente che affronti seriamente il tema della disabilità e della non autosufficienza in Liguria e sappia dare finalmente quelle risposte che genitori di pazienti disabili e associazioni di settore attendono da troppe anni a livello di tariffe, gestione dei posti letto nelle strutture e sostegno alle famiglie.” Così i portavoce del MoVimento 5 Stelle intervengono a margine dell’audizione su disabilità e accreditamento in Consiglio regionale.
Contrarietà al piano socio sanitario anche dalla Cgil: “E’ fuori sincrono rispetto ai nuovi bisogni espressi dalla popolazione ligure, si applicano vecchie ricette a nuovi bisogni. Temiamo che il costo di scelte sbagliate finisca per ricadere nuovamente su cittadini e lavoratori. Questi ultimi hanno già subito un taglio di quindici milioni di euro negli ultimi due anni”.
L’approvazione del Piano socio-sanitario potrebbe slittare a oggi pomeriggio con la prosecuzione a oltranza dei lavori della seduta odierna oltre l’orario previsto o al massimo alla seduta di martedì prossimo.
“C’è bisogno di dialogo diretto con le famiglie, non intermediato dalla politica – ha replicato l’assessore Viale – C’è grande insoddisfazione, è vero, è per questo che vogliamo cambiare il sistema, dare risposte più appropriate“. Per l’assessore alla Sanità c’è poi un equivoco di fondo.
“Gli enti gestori non sono le famiglie, sono coloro i quali che ricevono i 200 milioni euro l’anno di servizi. Sono parte contrattuale, noi abbiamo l’obbligo come istituzione di spiegare direttamente alle famiglie, lo abbiamo fatto e continueremo a farlo.Le modifiche che stiamo facendo vanno nel loro interesse. Dal 1 gennaio 2018 abbiamo aumentato da 500 a 1200 euro al mese il contribuito per le disabilità gravissime, queste sono le cose che contano non le strumentalizzazioni”.
La seduta è stata poi sospesa per permettere un incontro in aula dei consiglieri e degli assessori con i rappresentanti delle famiglie, degli enti erogatori no-profit e dei lavoratori del comparto socio-sanitario a servizio dei disabili. La delegazione ha manifestato forte preoccupazione per le scelte che la Regione sta effettuando con la revisione del sistema di autorizzazione e accreditamento. Gli operatori hanno espresso in aula le difficoltà che affronta il settore, nel quale deve operare personale qualificato, e hanno ribadito il ruolo strategico svolto da chi si occupa della cura e l’integrazione dei soggetti disabili. Le famiglie dei disabili hanno denunciato le grandi difficoltà che devono affrontare quotidianamente nell’assistenza dei propri cari.