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Piaggio porta i libri in tribunale? Sindacati: “Scelta illogica, serve la ricapitalizzazione”

Una scelta che, sulla carta, aprirebbe ad una possibile richiesta di amministrazione concordata o straordinaria o di concordato preventivo

Piaggio

Villanova d’Albenga. La notizia è tutt’altro che confermata, ma anche solo allo stato di rumor e voce è in grado di scuotere il panorama economico e sociale della nostra provincia e di agitare non poco i sonni dei lavoratori: la prossima settimana Piaggio Aerospace potrebbe “portare i libri in tribunale” come risultato della difficile situazione finanziaria che da qualche tempo sta interessando l’azienda. Una scelta che, sulla carta, aprirebbe ad una possibile richiesta di amministrazione concordata o straordinaria o di concordato preventivo.

Dal canto loro, i rappresentanti sindacali dei lavoratori non hanno ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito: “Se un’azienda porta i libri in tribunale, i sindacati dovrebbero essere i primi a saperlo – fa notare Lorenzo Ferraro di Fiom-Cgil – Non so chi ha messo in giro questa voce. Certamente Piaggio si trova in una situazione critica e perciò questo potrebbe essere uno scenario. Da qui al diventarlo concretamente, ce ne passa”.

“Settimane fa – ricorda Paola Boetto della Rsu di Piaggio – i sindacati avevano incontrato i due deputati Anna Giacobbe e Franco Vazio insieme col sindaco di Villanova Pietro Balestra e con quello di Finale Ugo Frascherelli. In quella sede, i due parlametnari ci avevano spiegato che era in corso una trattativa tra il nostro governo e quello degli Emirati Arabi e la proprietà circa il piano industriale. Questo a seguito delle voci riguardanti la possibile cessione ai cinesi del ramo della velivolistica civile e della decisione del ministero della difesa di esercitare la Golden Power rispetto ad alcune decisioni dell’azienda”.

Il futuro dell’azienda, però, dipendeva e dipende primariamente dall’aumento di capitale che avrebbero dovuto mettere in atto i proprietari di Mubadala (fondo statale degli Emirati Arabi) di Piaggio Aerospace: “Senza quella non si può fare nulla – conferma senza mezzi termini Paola Boetto – Si tratta di un’operazione che sarebbe dovuta avvenire mesi fa, ma che è rimasta in sospeso finora. Se gli arabi non intendono ricapitalizzare, evidentemente vogliono uscire dall’azienda. Forse la mediazione del governo non è andata a buon fine? Insieme con i delegati provinciali delle sigle sindacali, abbiamo formalizzato all’Unione Industriali la richiesta di essere informati sulla situazione tramite il ministero. Nel frattempo, i lavoratori hanno proseguito l’attività dando continuità alla produzione con grande senso di responsabilità e rispetto e come è doveroso aspettarsi da chi opera in un’azienda come Piaggio”.

“Da tempo noi chiediamo al governo un incontro per spiegare alle varie parti la situazione e capire il tipo di attività svolta dal governo, che ha esercitato la Golden Power – dice Ferraro – Se si è ricorso a questo ‘potere’ evidentemente ci sono interessi strategici su questo sito. Ma quali siano le intenzioni dell’esecutivo non è ancora dato saperlo. Dopodiché se esercitare la Golden Power spalanca le porte di un fallimento, evidentemente c’è qualche contraddizione. Se la situazione di insolvenza dell’azienda e di mancato rispetto degli accordi farà precipitare tutto dentro il baratro del fallimento, questa è una notizia che ad oggi non abbiamo. Chiaramente la situazione è più che preoccupante”.

Oggi, poi, è iniziata a circolare questa voce: “Ci sembra strano che succeda una cosa del genere visti i programmi e le commesse che il governo intende mettere sul tavolo – dice Boetto – E vista anche la Golden Power che ha esercitato per concedere la possibilità di una collaborazione con i cinesi. Ieri l’azienda ci ha confermato che ogni decisione è stata rinviata alla riunione del Cda prevista per la scorsa settimana e rinviata a domenica. Speriamo che non ci siano pieghe di questo genere. Anche perché non ne comprendiamo il filo logico rispetto a quanto il governo ci aveva detto fino all’altro giorno. Siamo amareggiati, se il ministero avesse tenuto più il filo coi lavoratori questo sarebbe stato vissuto in modo diverso”.

“Se nei prossimi giorni non c’è uno sblocco da una parte o dall’altra, quello dei libri in tribunale è uno scenario da non escludere – aggiunge Ferraro – Alla luce delle voci circolate oggi abbiamo già chiesto un incontro con l’azienda. Se nella prossima settimana non avremo risposte da governo e azienda qualcosa succederà. Il tempo è scaduto. Non possiamo aspettare che una mattina noi si venga chiamati e ci venga comunicato che i libri sono in tribunale”.

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