Bancarotta fraudolenta

L’inchiesta sul fallimento della Fac di Albisola arriva in udienza preliminare

Ogni decisione sul crac è stata rinviata a febbraio, mentre per un procedimento connesso per truffa il gup ha disposto tre rinvii a giudizio

Fac Albisola

Savona. L’inchiesta relativa al fallimento (dichiarato nel luglio del 2012) della Fac di Albisola è arrivata in un’udienza preliminare. Una vicenda per la quale pm Ubaldo Pelosi ha chiesto il rinvio a giudizio di quattro persone: Paolo Canepa, Alberto Canepa, Massimo Bottaro e Silvia Canepa, che, negli anni, hanno ricoperto ruoli dirigenziali e amministrativi nella nota fabbrica di ceramiche.

Ogni decisione è stata però rinviata dal gup Maurizio Picozzi al prossimo febbraio per valutare l’ipotesi di patteggiamento per uno degli imputati. Le accuse per i quattro (a vario titolo) variano da bancarotta fraudolenta per distrazione, bancarotta per distruzione di scritture contabili, a quella di aver aggravato il dissesto della società, di omissione del pagamento delle imposte e di non aver chiesto di fallimento.

Nel dettaglio Paolo Canepa, come consigliere delegato e direttore generale dall’aprile 1997 al luglio 2007 della società Fac, è accusato di bancarotta fraudolenta per aver occultato e distrutto la contabilità relativa al 2006. Gli altri tre imputati, Silvia Canepa (come presidente del cda Fac dall’agosto 2007 al dicembre 2011 e poi amministratore unico), Alberto Canepa (come consigliere delegato dall’agosto 2007 al novembre 2010) e Massimo Bottaro (come membro del cda dal marzo 2008 al dicembre 2011) devono rispondere di bancarotta fraudolenta perchè – questa la tesi della Procura – avrebbero distratto beni e attrezzature in favore della Calu Sarl, azienda con sede in Tunisia e riconducibile proprio ai tre imprenditori. In particolare Silvia Canepa, Alberto Canepa e Massimo Bottaro secondo l’accusa hanno fornito macchinari per 284 mila euro alla Calu in assenza di corrispettivo, ma anche prestato assistenza per diversi servizi (studi, progettazione, consulenze) per 58 mila euro, oltre a fornire materie prime e merce senza alcun pagamento per una detrazione complessiva di circa 1 milione.

Inoltre, i tre avrebbero alterato le scritture contabili e distrutto il libro dei verbali del collegio sindacale relativi al periodo fino al dicembre 1999. Infine sono accusati di aver aggravato il dissesto società, omesso il pagamento di imposte e contributi, ma anche di non aver chiesto il fallimento.

Sempre questa mattina, ancora davanti al giudice Maurizio Picozzi, è stata celebrata anche l’udienza relativa ad un processo per truffa connesso al fallimento della Fac (il presunto raggiro era stato scoperto dal pm proprio durante le indagini per il crac della nota fabbrica di ceramiche). Per questa seconda vicenda, Massimo Bottaro, Silvia Canepa e Alberto Canepa, stavolta in qualità di soci della Calu Sarl, sono stati rinviati a giudizio (il processo inizierà il prossimo gennaio davanti al giudice Francesco Giannone).

I tre imputati dovranno difendersi dall’accusa di aver ceduto, tra il 28 febbraio e il 12 novembre 2013, il 20% delle quote societarie (per un importo complessivo di 250 mila euro) a due investitori, D.V. e A.P., omettendo di riferire che l’azienda si trovava in una situazione di insolvenza e sottoposta a procedura giudiziaria pre fallimentare già dal 31 dicembre 2012.

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