La storia

Lieto fine per il caso del clochard Bruno Vescio: per lui una nuova casa

Soddisfazione da parte delle associazioni di volontariato che si sono interessate del caso umano

clochard

Savona. Ha un lieto fine la storia di Bruno Vescio, il senza fissa dimora savonese balzato alle cronache locali per la sua triste vicenda di vita, dopo aver scelto la condizione da clochard per incomprensioni coi propri congiunti. Bruno, classe 1956, ha 61 anni, quindi non ha ancora diritto alla pensione e purtroppo, tristi vicende famigliari lo hanno portato a vivere nella totale indigenza.

Aveva lavorato 20 anni in Germania per un azienda italiana, poi tornato in Italia ha sempre lavorato come dipendente, è stato un marittimo, un operaio, ma la salute e altre vicende di salute hanno preso il sopravvento su di lui. Con i suoi amati cani, Bruno aveva scelto un terreno abbandonato sulle alture Savonesi, dove era esistente una baracca in legno già arredata, per farne la sua dimora.
Il terreno era risultato essere di proprietà delle Opere Sociali.

L’interessamento verso Bruno è scattato dal mese di maggio (dopo un post apparso sui social savonesi, che annunciava un imminente rilascio forzato da quel terreno) in forma di solidarietà sociale: infatti, sono state tante le persone che hanno contribuito a dare “da mangiare” a lui e ai suoi quattro zampe ed a sostenere Bruno nella battaglia per non essere “sfrattato”.

Si sono susseguite associazioni di volontariato, veterinari, assistenti sociali, i volontari del canile di Savona, tutti a sostenere le problematiche di vita che mano mano si presentavano.

Ebbene, nella giornata di ieri Bruno è entrato in possesso di una casa, una casetta nel verde, dove potrà godersi il caldo di un tetto, insieme alla sua adorata meticcia Kaja. Gaia, la similcokerina nera invece, è stata adottata da una famiglia savonese e quindi lui potrà vederla tutte le volte che vorrà.

Le associazioni di volontariato “In aiuto degli Invisibili” (presidente Danila Beninca) e “Gruppo Antipolitico Savonese” (presidente Ned Täubl), si sono adoperati, prima per mediare gli accordi con le Opere Sociali, le quali hanno manifestato da subito la disponibilità per dar modo e tempo di cercare una sistemazione per Bruno, poi per la ricerca dell’immobile e si sono fatti carico dei conseguenti lavori di ripristino, arredandolo con corredi e arredi tutti donati da tantissime persone di buon cuore, cercando di finire i lavori entro l’inverno.

Oggi, quindi, ai primi rigori dell’inverno, Bruno è al riparo nella sua nuova casa. “Vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto e curato Bruno e i suoi cani, in particolare: Marco Bottero, Paola Quaglia, Simona Saccone, Gabriele Maestrini, Elena Battaglia, Francesca Peluffo, Patrizia Patanè, Elda Olin, le Opere Sociali nella persona di Giovanni De Filippi, del direttore Francesco Cazzato e di Monica Briano per aver acconsentito la permanenza di Bruno nel terreno sino ad oggi, l’associazione di volontariato Custodae Terres e i servizi sociali del Comune di Savona che hanno elargito un primo contributo economico.

“Auguriamo pertanto a Bruno una buona vita! Siamo però certi che con la preziosa collaborazione dei “seguaci” delle Associazioni di Volontariato, che sino ad oggi hanno sempre contributo alle nostre richieste di aiuto, Bruno non rimarrà mai da solo! Un grazie di cuore a tutte le persone che ci hanno sostenuto e hanno creduto in noi! Ce l’abbiamo fatta!” affermano le associazioni di volontariato che si sono occupate del caso del clochard savonese.

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