Serve più collaborazione

Furti in Val Bormida, ora è psicosi dopo i numerosi colpi delle ultime settimane

Il comandante dei carabinieri: "Siamo sulle tracce della banda che arriva da fuori. Un consiglio ai residenti: prima di scrivere sui social, avvisateci in caso di stranezze"

Daniele Quattrocchi Comandante Carabinieri Cairo Montenotte

Cairo Montenotte. Troppi furti in Val Bormida, sale la psicosi tra i residenti di tutti i comuni dopo l’ondata di reati che si è registrata nelle ultime settimane e che non è ancora destinata ad arrestarsi. Numerosi colpi, con una media di sette – otto al giorno, compresi quelli tentati ma non andati a buon fine, sono stati perpetrati ai danni di cittadini soprattutto nelle ore pre serali, quando cioè è già buio ma, spesso, le famiglie non sono ancora a casa, oppure sono in un’ala dell’abitazione distratti, magari, dai rumori o dalla tivù.

“Stiamo lavorando con la massima attenzione e abbiamo individuato una pista che ci porta ad una banda estranea alla Val Bormida – spiega il maggiore Daniele Quattrocchi, comandante della Compagnia dei carabinieri di Cairo Montenotte – Si tratta di persone molto agili, in grado di arrampicarsi fino al secondo o terzo piano utilizzando una grondaia, o semplicemente saltando da un balcone all’altro. Per questo motivo nessuno si deve sentire al sicuro, ma deve prestare attenzione e al calar del sole fare in modo che gli infissi siano ben chiusi e gli eventuali allarmi inseriti”.

Il militare dà altri preziosi consigli: “Malgrado il controllo che le pattuglie svolgono ogni giorno, non è possibile coprire contemporaneamente tutto il territorio. Ecco perchè chiediamo la massima collaborazione dei residenti, che, spesso, preferiscono scrivere su Facebook o sui social di aver notato qualcosa di strano invece di contattare il 112, o, semplicemente, le stazioni locali. Serve la tempestività, anche nel rivolgersi a noi. I commenti si possono fare anche in un secondo momento, ma occorre tenere gli occhi ben aperti e contattare subito chi può arginare il fenomeno. Anche in caso di falso allarme non viene “condannato” nessuno, e vige il più totale riserbo sugli informatori”.

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