Lo zibaldone

Che cosa collega la Statua della Libertà e la Basilica di San Pietro con il Monumento ai Caduti di Savona?

Lo Zibaldone è la rubrica di curiosità di IVG: ogni mercoledì storia, cultura, aneddoti, riflessioni e scoperte della nostra provincia

Zibaldone

Lo Zibaldone è la rubrica di IVG su storie, racconti, aneddoti e scorci culturali della nostra provincia, curata da Sara Sacco.
Storie… storie… quante storie da raccontare: alcune si scoprono casualmente, altre affiorano prepotenti durante appassionanti ricerche, e poi aneddoti, ispirazioni, pensieri e parole…

Non tutti sanno che…

Camminiamo in città spesso distratti dalle insegne dei negozi, dalle chiacchiere di chi ci accompagna, dai pensieri aggrovigliati della giornata appena trascorsa o della lista della spesa ancora incompiuta… e poi basta arrivare casualmente alle 18 in punto in Piazza Mameli, a Savona, e ogni sera i ventuno rintocchi di una campana bloccano per un minuto il traffico delle auto, ci fanno fermare a riflettere e respirare lo stesso respiro, nel silenzio. Esempio unico in Italia, ricordiamo con rispetto in questi pochi secondi, ma ogni giorno, centinaia di migliaia di giovani che, nemmeno ventenni, hanno sacrificato la propria vita durante la Prima Guerra Mondiale per il Regno d’Italia, ma anche per la nostra libertà di oggi.

I morti di solito giacciono nei cimiteri militari: un monumento ai caduti è l’immagine delle emozioni di guerra in città. Siamo nel 1922 e, a pochi anni dalla fine della Grande Guerra, su iniziativa della “Associazione Nazionale tra le Madri e le Vedove dei Caduti”, viene costituito un Comitato che commissiona l’opera con un concorso pubblico e l’anno dopo si celebra la posa della prima pietra: finanziato con oltre 90.000 lire, il Monumento ai Caduti intitolato “Rintocchi e Memorie” viene inaugurato il 18 settembre 1927 alla presenza di re Vittorio Emanuele III, il Podestà, il rappresentante del Governo, la banda Forzano e il Comitato delle vedove di guerra.

Il Monumento ai Caduti della Guerra 1915-1918, che rappresenta una vedova che abbraccia un bambino, un vecchio soldato davanti a un giovane e una donna con le braccia tese, era stato realizzato dallo scultore Luigi Venzano di Sestri Ponente, fondendo il bronzo dei cannoni confiscati agli austriaci catturati e utilizzando come basamento la sienite della Balma (una roccia magmatica simile al granito utilizzata anche come base della Statua della Libertà a New York), la campana realizzata dai Fratelli Picasso di Recco e il movimento di orologeria costruito dall’azienda Fratelli Trebino di Uscio (fornitore anche di San Pietro a Roma).

Non tutti sanno che… deriva dalla parola latina monere ovvero ricordare, far sapere, il termine “monumèntum”, monumento, ovvero un’opera artistica creata a testimonianza e memoria di personaggi illustri o avvenimenti degni di essere ricordati dalle generazioni future.

Non tutti sanno che… i rintocchi sono ventuno come le lettere dell’alfabeto a simboleggiare tutti i nomi di tutti i giovani caduti in tutte le guerre.

Non tutti sanno che… il citato scultore Luigi Venzano realizzò nel 1929 un altro monumento ai caduti a Sestri Ponente. Ben diverso fu il destino di quell’opera: durante il secondo conflitto mondiale, nel 1942, le statue furono fuse per motivi bellici e restaurate solo nel 2004!

Non tutti sanno che… sul basamento possiamo leggere le seguenti iscrizioni:
La voce sacra
dei morti per la gloria d’Italia
riconoscenza emulazione sacrificio
ai venturi rammenti
(sul retro)
Nel palpito di questo bronzo
dei morti eroi dei venturi si fonde
la sacra passione per l’Italia gloriosa

Non tutti sanno che… oggi alle ore 17 si svolgerà in Piazza Mameli la Commemorazione del 90° Anniversario del Monumento “Rintocchi Memorie”.

Lo Zibaldone è la rubrica settimanale di IVG su storia e cultura savonese, in uscita ogni mercoledì: clicca qui per leggere tutti gli articoli

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