Cultura

Albenga, è tutto pronto la presentazione del libro “È l’olio, bellezza” del professor Giorgio Barbaria

Appuntamento sabato, alle 17, nella Sala degli Affreschi di Palazzo Peloso Cepolla

Palazzo Peloso Cepolla Albenga
Foto d'archivio

Albenga. Sabato, alle 17, nella nella Sala degli Affreschi di Palazzo Peloso Cepolla sarà presentato il libro “È l’olio, bellezza – Viaggio letterario nelle culture dell’ulivo” (Edizioni Elio Officina).

Si tratta dell’ultima fatica letteraria di Giorgio Barbaria, docente di Lettere, Latino e Greco al liceo Classico “Giordano Bruno” di Albenga e di Patrologia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose, e già autore di pubblicazioni sul rapporto tra individuo e potere (La non violenza in Origene, 1997) e la rilettura dei classici in chiave moderna (Antigone «baccante della Resurrezione». Lettura de I cannibali di Liliana Cavani, 2008).

Ha inoltre pubblicato testi di storia locale riguardanti: Ortovero (1995); San Fedele d’Albenga (2009), il San Domenico di Albenga (2016).

Barbaria collabora attivamente dal 1997 con l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, sezione Ingauna, mediante conferenze, pubblicazioni e interventi in occasione di convegni, e dal 2009 con il Movimento culturale “TreeDream”, Progetto di rinascita dell’olivicoltura d’alta quota. In questa veste, ha partecipato alla terza edizione di Olio Officina Food Festival (Milano 2014) con l’intervento I paesaggi dell’ulivo. Identità, bellezza, custodia.

Nel corso dell’incontro, organizzato proprio dall’istituto internazionale di Studi Liguri e dal liceo Bruno, Marco Cammi dialogherà con l’autore, spaziando all’interno di tre universi culturali: greco-romano, ebraico-cristiano, ligure.

“Nel suo libro, – hanno spiegato gli organizzatori, – Barbaria ci aiuta a conoscere l’olio nella sua più intima natura, spaziando all’interno di tre universi culturali, antichi e nuovi ad un tempo: quello greco-romano, l’ebraico cristiano e, in ultimo, quello ligure. I primi due fondano la nostra identità di uomini occidentali, il terzo quella di una regione che ha visto fiorire, ma anche svanire, sia la coltura dell’ulivo sia la cultura dell’olio”.

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