Cambio sede

Albenga, il Centro Aiuto Vita ha trovato una nuova casa

Il Cav ingauno si trasferisce in Via Episcopio2, nei locali della Curia dove si trovava la Caritas diocesana

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Albenga. Cambia sede il Centro Aiuto Vita ingauno, l’associazione senza scopo di lucro, promossa dalla Caritas diocesana fin dalla sua fondazione, per aiutare e sostenere le mamme in difficoltà. Come si legge sulla pagina dell’Avvenire, in un articolo a firma di Eraldo Ciangherotti, è in corso, proprio in questi giorni, il trasloco nei locali sistemati della Curia vescovile, al piano terra di Via Episcopio 2, dove un tempo si trovava la caritas diocesana. Una realtà di volontariato, il Centro aiuto vita ingauno, che esiste dal 30 maggio del 2005 e che di anno in anno, in collaborazione con il Movimento per la vita nazionale, ha realizzato tante iniziative tutte sempre finalizzate ad aiutare tante famiglie di un territorio esteso da Borgio verezzi ad Andora fino nell’entroterra.

“Un’esperienza unica e arricchente – testimonia Ginetta Perrone, anima delle volontarie – perchè ogni volta che si presenta una mamma in attesa di un bimbo alle prime settimane di gravidanza ci mettiamo in gioco per aiutarla a capire che la gravidanza non è una malattia e che l’arrivo del bambino non è un evento sfortunato. Molte volte dobbiamo rassicurare queste mamme che l’aborto non è un metodo di controllo delle nascite e che interrompere la gravidanza vuol dire uccidere un bambino e rifiutare il dono della vita che si porta in grembo. Certo, in questi dodici anni abbiamo lavorato con passione, spesso ottenendo successi e talvolta con qualche faticosa sconfitta ma non abbiam mai smesso di dire no all’aborto cercando di offrire valide alternative per condividere, sotto il profilo economico e dal punto di vista psicologico, la novità di un figlio”.

L’attuale Presidente del Cav–i è dal circa due anni, Eugenio Gedda, che racconta di essersi “inserito nel Centro Aiuto Vita ingauno quasi naturalmente quando, dopo aver conosciuto Ginetta Perrone, maestra nella scuola che frequentano i miei bambini e storica fondatrice del Centro. Ho preso coscienza del fatto che potevo dare sfogo alla mia esigenza di aprirmi all’amore incondizionato verso chi vive in una situazione di assoluta debolezza e non sempre trova qualcuno che possa aiutarlo nel momento in cui ne ha maggiore bisogno”.

Il Centro aiuto vita, che all’inizio aveva aperto la sua sede nel centro storico di Albenga, all’angolo tra via Medaglie d’oro e via Cavour, adesso torna sotto le torri ingaune, vicino al Battistero, di fronte al portone della Curia vescovile. Una sistemazione ottimale che consentirà ai volontari del Cav–i di lavorare con le mamme, in sinergia con la vicina Caritas diocesana e l’ufficio economato diretto da don Giancarlo Cuneo, da cui il Centro riceve finanziamenti economici per l’acquisto di latte, pannolini ed omogeneizzati.

Ogni settimana arrivano al Cav-i tante mamme, ogni anno circa duecento, di varia nazionalità, molte anche italiane, che chiedono aiuto materiale prima di tutto. Hanno anche bisogno spesso di un semplice sorriso per non sentirisi abbandonate. Le istituzioni, commenta Perrone, “fanno ad oggi ben poco per tutelare i figli che nascono. Forse una politica più attenta alle famiglie e alla maternità con un assegno bebè che permetta di ammortizzare le spese per il neonato sarebbe un toccasana per le giovani coppie o le ragazze madre che si trovano in condizioni economiche disagiate. Noi cerchiamo di sopperire con le nostre risorse fornendo aiuti concreti”.

Il Centro, interamente finanziato dalla diocesi, per volere del Vescovo Olivieri prima e dell’attuale vescovo Borghetti oggi, si inventa qualunque tipo di iniziativa per raccogliere fondi extra. Contatta le varie amministrazioni comunali e le forze dell’Ordine per farsi donare materiale di abbigliamento sequestrato e, attraverso le offerte, raccoglie soldi da convertire subito in pannolini e latte. Partecipa ai vari mercatini e fiere per promuovere le attività di aiuto del centro, è presente sul territorio con un numero di telefono operativo h24.

“Amo lavorare dietro le quinte – spiega Graziella Brancher che ogni settimana scende giù da Nava per fare volontariato in sede – mi occupo di preparare le borse che le mamme vengono a ritirare una volta la mese. È un lavoro faticoso che mi permette, però, di conoscere meglio le mamme: così scopro che a quella bimba piace tanto il rosa ed è mia cura fornirle qualcosa di quel colore, oppure metto da parte uno zaino perché un’altra mamma mi ha confidato che quello del suo bimbo è rotto o ancora so che quel bimbo ha un anno ma è robustino e quindi i pantaloni devono essere più comodi… e poi c’è Natale e serve un regalo ‘personalizzato’ oppure Carnevale e bisogna trovare un costume per tutti, anche se non richiesto, sappiamo essere molto gradito o il pupazzo che piace tanto alla sorellina, la giacca per il fratellino. Insomma un lavoro speciale e meraviglioso che avvicina tanto a chi è in difficoltà ma ripone in noi la sua fiducia”.

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