Preoccupazione

A Tovo è polemica sui profughi. Il Comitato civico: “Ci impediscono l’accesso agli atti”

Nel mirino l'immobile che ospita i 15 migranti. Il sindaco: "Massima trasparenza dal Comune, polemica inutile"

Tovo San Giacomo. E’ ancora polemica a Tovo San Giacomo sulla vicenda dei migranti: nel mirino l’immobile di via Giorni Santarò che ospita i 15 profughi nel comune del Val Maremola, arrivi che non a tutti gli abitanti della zona sono piaciuti tanto che si è formato un comitato cittadino pronto a dare battaglia.

I richiedenti asilo hanno trovato sistemazione in una abitazione privata, con l’accordo del proprietario, nell’ambito della convenzione tra la Prefettura e la cooperativa “Il Faggio” che si occupa della gestione dei migranti.

Per il Comitato la questione di fondo non è l’accoglienza dei profughi, ma la sistemazione giudicata non idonea in quanto la palazzina avrebbe problemi di agibilità. E per questo un cittadino aveva fatto una prima richiesta al Comune di Tovo di accesso agli atti sull’immobile, sulla base della legge 241/90, ma era stata respinta su parere negativo del legale del proprietario dell’immobile, anche perché ritenuta giuridicamente “poco rilevante”. Così è stato lo stesso Comitato, che rappresenta circa una trentina di famiglie della via tovese, a chiedere l’accesso agli atti sull’immbile: “I dubbi rimangono sempre gli stessi: lo stabile ha i requisiti? Strutturalmente è in regola? (le fondamenta erano state progettate per un solo piano, anziché i tre piani attuali), le condizioni igienico sanitarie sono rispettate? Le metrature per ospitare i migranti sono quelle previste dalla legge? Stipare 15 ragazzi di più etnie dentro questo sito può avere ripercussioni sull’ordine pubblico?”, queste le domande che si pone il Comitato.

E lo stesso Comitato di cittadini, che dal giugno scorso (con l’arrivo dei profughi) aveva denunciato problematiche di carattere strutturale e ambientale dell’immobile, va giù duro: “Queste problematiche alla giunta comunale non interessano forse perché casualmente nessuno di loro risiede in prossimità del centro di accoglienza provvisorio? Quindi i sospetti non possono altro che aumentare. In tutti questi anni, con le varie amministrazioni che si sono susseguite, le vicende che riguardano questo caseggiato sono state trasparenti? E’ stato svolto tutto nella piena regolarità? Oppure la volontà di non far accedere agli atti, in barba alla legge sulla trasparenza delle pubbliche amministrazioni, è solo la speranza che il vaso di pandora non venga aperto”.

Sul caso è intervenuto il sindaco di Tovo San Giacomo Alessandro Oddo: “Riguardo alla richiesta legittima del Comitato stiamo valutando, o meglio valuteranno gli uffici comunali preposti, come stabilisce la norma e ricordando come il legale del proprietario dell’immobile, ovviamente, ha nuovamente dato parere negativo alla richiesta”.

E il primo cittadino tovese, che non vuole alimentare la polemica, aggiunge: “Abbiamo sempre applicato le regole in vigore quindi parlare di mancanza di trasparenza è inopportuno. Se la prendono con la nostra amministrazione quando forse dovrebbero richieder e un incontro in Prefettura…Ribadiamo che come Comune abbiamo sempre gestito la questione da un punto di vista amministrativo, non certo politico o decisionale (indirizzi assunti in sede di Prefettura). L’accesso agli atti è regolato da una legge e gli uffici comunali si adopereranno in tal senso” conclude Oddo.

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