La sentenza

Patteggiano i topi d’appartamento “seriali”: colpivano tra Quiliano, Vado e Finale fotogallery video

Si tratta di due albanesi che erano stati arrestati dai carabinieri: dovevano rispondere anche di una rapina per aver narcotizzato la vittima di un furto

Savona. Tre anni di reclusione e 1600 euro di multa. E’ la pena patteggiata davanti al giudice Maurizio Picozzi da Adriatik Manjani, 26 anni, e Eduart Biba, di 32, i due albanesi arrestati lo scorso 31 marzo con l’accusa di rapina, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale e, appunto, di una decina di furti in appartamento (tra tentati e consumati), avvenuti tutti nel mese di marzo tra Quiliano, la Valle di Vado e Finale Ligure.

A fermare i due ladri seriali erano stati i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile di Savona che li avevano intercettati dopo che la coppia di albanesi aveva messo a segno un furto a Vado Ligure spruzzando dello spray narcotizzante contro la padrona di casa. Nei giorni successivi all’arresto, grazie ad accurate indagini, i militari guidati dal maggiore Dario Ragusa e dal tenente Matteo Ettore Grasso avevano poi formalizzato le nuove contestazioni nei confronti dei due stranieri.

In totale Biba e Manjani dovevano quindi rispondere di tredici furti in appartamento (tra tentati e non). I due albanesi erano stati incastrati dallo scooter, di marca Sym, con il quale si spostavano per compiere i loro colpi, che avvenivano sempre in orari notturni e con lo stesso modus operandi. Biba e Manjani parcheggiavano il mezzo in zone boschive e poi cercavano le case da colpire, possibilmente isolate.

Il fatto che entrassero in azione proprio di notte, secondo gli inquirenti, era sintomatico della loro aggressività e potenziale pericolosità: significa che i malviventi avevano messo in conto di potersi trovare davanti i padroni di casa, ma questo non li preoccupava minimamente. E infatti, nel caso dell’anziana di Vado Ligure, derubata proprio prima di essere arrestati, gli albanesi avevano usato del narcotico per stordire lei e la sua badante.

A rendere ancora più difficile per i carabinieri l’attribuzione di altri furti alla coppia di stranieri era stato il fatto che Biba e Manjani fossero molto abili nel piazzare la refurtiva dopo ogni furto. Potendo probabilmente contare su una rete di ricettatori compiacente, quindi, non era stato possibile risalire ai furti commessi attraverso gli oggetti rubati.

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