Analisi

Pagamenti della PA, Grasso (Confartigianato): “Solo un comune su 3 nei limiti di legge”

In Liguria la provincia di Savona è quella più virtuosa. La sanità ligure è sostanzialmente in regola

Soldi assegni

Savona. 54 giorni. È il tempo medio impiegato dalla pubblica amministrazione ligure (su 50 Comuni presi in esame) per saldare i propri fornitori. Il dato emerge dall’ultima analisi dell’Ufficio studi Confartigianato, su dati 2016 del ministero dell’Economia e delle Finanze (aggiornato a settembre 2017).

Un tempo medio che colloca la Liguria al 12esimo posto in classifica, a fronte di una media nazionale di 58 giorni. Facendo la distinzione per tipologia, quelli sanitari (che dovrebbero rispettare il limite di legge a 60 giorni) in Liguria pagano a 62 giorni (nel 2012 erano 164 giorni e nel 2015 la media era di 72 giorni), mentre gli altri enti saldano in media a 37 giorni: il limite dovrebbe essere di 30 (la media nazionale è di 47 giorni).

A livello provinciale, la più virtuosa è Savona, con una media di 51 giorni: il territorio spicca anche per i 31 giorni di media per i pagamenti degli enti non sanitari. Seguono Genova e Imperia, entrambe a 52 giorni (gli enti sanitari imperiesi si distinguono però per saldare a 60 giorni). La Spezia fanalino di coda con una media di 66 giorni.

Nel 2016 prosegue il trend di discesa del peso sull’economia dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche, che passano dal 4,2 per cento del PIL per il 2015 al 3,8% per il 2016, il minimo del periodo in esame (2008-2016). Pur evidenziando un trend di discesa, in Italia persiste un più elevato debito commerciale delle Amministrazioni pubbliche rispetto agli altri Paesi europei.

L’analisi centrata sui Comuni paganti a livello regionale evidenzia che solo il 33,3% delle amministrazioni comunali liguri paga entro il limite di legge di 30 giorni. La media italiana è del 35,2%, quella del Nord Ovest del 44,3%. Le più virtuose sono le province di Bolzano, il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta e la Sardegna, con percentuali che vanno dal 73,8% al 57,4%. In Liguria la maggior parte dei Comuni (61 sui 147 presi in esame) paga fra i 31 e i 60 giorni. In 22 fino a 90 giorni e 13 fino a 180 giorni. Solo due impiegano oltre i sei mesi di tempo per saldare le fatture dei propri fornitori. La situazione cambia se si guarda invece la classe di importi saldati dai Comuni liguri nel 2016: solo il 9,8% del totale è stato saldato entro i 30 giorni, quasi 86 milioni di euro su un importo complessivo di oltre 880,5 milioni. Insomma, ben 794,6 milioni di euro, il 90% del totale, è stato pagato sforando i limiti di legge. Nel dettaglio, la fetta più consistente (più di 662 milioni) ha atteso fino a 60 giorni, mentre ben 93,5 milioni di euro sono stati pagati ai fornitori con un ritardo ancora maggiore: fra i 3 e i 6 mesi. Circa 37,7 milioni sono stati saldati entro i 90 giorni.

“Effettuiamo periodicamente un’attenta azione di monitoraggio e stimolo su questa tematica – afferma Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – e fa quindi piacere constatare il forte calo dei tempi di pagamento in ambito sanitario, che porta sostanzialmente la Liguria, passando dai 164 giorni del 2012 ai 62 giorni del 2016, a essere in regola con la direttiva comunitaria. Occorre invece migliorare la performance dei tempi e dei volumi saldati dai Comuni liguri, perché non sfuggirà che il ritardo comporta un ingiusto e nocivo indebitamento delle nostre imprese nei confronti del sistema bancario”.

Il dettaglio provinciale: il savonese si dimostra ancora il territorio più virtuoso, con ben il 44% dei Comuni presi in considerazione che pagano le fatture entro il limite di legge: sono 20 su 45. Entro i 30 giorni nel 2016 sono state saldate fatture per 33,4 milioni di euro, il 24% dell’importo totale (oltre 138 milioni). Il grosso è stato saldato tra i 31 e i 60 giorni (85 milioni di euro, 15 i Comuni savonesi paganti entro questo limite temporale). Dalla provincia più virtuosa a quella meno solerte, La Spezia: solo 1 Comune sui 22 considerati paga nel giro di un mese (per un importo di appena 54 mila euro). L’incidenza è la quarta peggiore d’Italia, il 4,5%. Nove enti spezzini saldano entro i 60 giorni, quattro entro i 90 giorni e per sette enti spezzini ci possono volere addirittura 180 giorni. E proprio l’importo maggiore è stato saldato in queste tempistiche: 87,2 milioni sui 118,3 totali. In provincia di Imperia il 32% dei Comuni (12 su 37) salda entro i 30 giorni. Una fetta consistente ha pagato i propri fornitori tra i 30 e i 60 giorni (19 enti), mentre in cinque hanno atteso fino a tre mesi prima di saldare le fatture. Dando un’occhiata agli importi, sui 96,5 milioni di euro totali, il 14,7% (poco più di 14 milioni) è stato pagato dai Comuni imperiesi nel giro di un mese. Ben 75,4 milioni entro i 60 giorni. Infine, il territorio genovese: dei 43 Comuni presi in esame, il 37,2%, cioè 16, hanno pagato entro il primo mese. 18 fra i 30 e i 60 giorni, sei entro i 90 giorni e tre hanno atteso anche 180 giorni. Guardando gli importi, entro il primo mese i Comuni della provincia di Genova hanno saldato fatture per quasi 38,3 milioni di euro, appena il 7,3% dell’importo totale del 2016 (527,3 milioni di euro). Il grosso è stato saldato nel giro di due mesi: 479 milioni, il 90,9%. Nello specifico, il Comune di Genova salda a 45 giorni (la media nazionale è di 69 giorni per i Comuni con pagamenti di importo superiore ai 100 milioni di euro, 19 in tutta Italia).

Il focus invece dedicato agli enti dello Stato incaricati di incassare e verificare imposte e contributi evidenzia che in media l’aggregato che comprende Agenzie fiscali (Agenzia delle Entrate, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), Equitalia, Guardia di finanza, Inps e Inail, paga a 50 giorni, 20 giorni in più del termine di legge.

“Se per analogia applicassimo la norma sul ravvedimento operoso prevista per il ritardo dei versamenti fiscali – conclude Grasso – si calcola per gli enti in esame, a fronte di pagamenti per 3.463 milioni di euro, una sanzione di 38 milioni di euro”.

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