Presidio

Cia Savona in Regione per chiedere “una politica agricola a sostegno dei giovani agricoltori”

Si discuterà del Piano Sviluppo Rurale e di fauna selvatica

agricoltura

Savona. Domani, martedì 31 ottobre, i dirigenti di Cia Savona, accompagnati da numerosi agricoltori della provincia, parteciperanno al consiglio regionale ligure per esprimere la propria disapprovazione sulla mancata emissione dei nulla osta per accedere ai fondi previsti nei bandi del Piano Sviluppo Rurale (Misure 4.1 “Sostegno agli investimenti aziendali” e 6.1 “Aiuto al primo insediamento di giovani in agricoltura”), chiusi da oltre 9 mesi ( 31 gennaio 2017 ) .

Se si considera che le domande per accedere ai bandi sono state presentate da oltre 1 anno e mezzo con un’istruttoria avviata con difficoltà e lentezze, dopo ben oltre due anni dalla chiusura del precedente piano di sviluppo, questo ritardo è del tutto inaccettabile – dichiara il presidente Mirco Mastroianni – In questa nostra giornata di mobilitazione vogliamo centrare l’attenzione sul tema del ricambio generazionale in agricoltura e segnalare come, ancora una volta, il comparto testimoni, con una importante adesione alle misure a sostegno degli investimenti produttivi, la volontà di crescere contribuendo a creare lavoro e ricchezza all’intero sistema economico regionale”.

Chiediamo un rinnovato impegno della amministrazione regionale ad occuparsi del settore, rafforzando una idea programmatica capace di individuare il ruolo futuro da assegnare al settore agricolo regionale, competenza che non coinvolge il solo assessorato all’agricoltura. Il primo banco di prova sarà il bilancio 2018. Domandiamo alla Regione di mettere in atto strumenti, anche straordinari, che consentano di dare priorità assoluta alle istruttorie ed al rilascio delle autorizzazioni di spesa”.

In questo contesto è importantissimo mettere in atto rapidamente le procedure informatiche acquisite dalla Regione Marche ad agosto scorso per testarne la reale efficacia. È altresì necessario che vengano potenziate le strutture tecniche degli Ispettorati, sul piano quantitativo e dell’efficienza, tramite la realizzazione di un migliore coordinamento delle strutture e delle professionalità presenti. In tal senso è indispensabile predisporre un piano organizzato delle istruttorie, al fine di valorizzare ogni possibile sinergia orientando i tecnici verso la semplificazione delle stesse”.

In generale è necessario far crescere la collaborazione con il sistema della rappresentanza e delle professioni per sveltire le procedure e ‘smaltire’ la mole di istruttorie giacenti, ed infine, sollecitare Agea al pagamento delle misure a superficie (di esclusiva competenza Agea) in particolare l’indennità compensativa che, coinvolgendo prioritariamente il settore zootecnico e olivicolo, garantirebbe una iniezione di liquidità ai settori più colpiti dalla siccità”, conclude Mastroianni.

La Confederazione Italiana Agricoltori di Savona, inoltre, richiama l’attenzione sui danni alle colture agricole da parte della fauna selvatica, in particolare dai cinghiali, ed evidenzia come stia “crescendo un altro gravoso problema a causa di un sistema di norme regolamentari errato o comunque inefficiente per risolvere definitivamente il problema. Ci sono volute infinite lamentele e proteste (sempre civili), per far smuovere qualcosa (di cui diamo atto allo staff dell’assessore Mai), in particolare sul fronte della così detta difesa del fondo. La situazione è però così compromessa che solo con interventi straordinari si potrà tentare di riportare le popolazioni di ungulati ad un numero sopportabile. In questo senso pare utile seguire con attenzione il percorso intrapreso dalla Regione Toscana”.

Il contributo dei cacciatori è importantissimo con le battute di selezione (per altro oggi cassate da una sentenza che definire incomprensibile è il minimo) ma non basta più l’attività venatoria ‘ordinaria’ per garantire la compatibilità fra presenze ed attività agricola (ma ormai non solo). Va messo in atto un programma di controllo e prevenzione che operi organicamente, e non a seguito della richiesta del singolo danneggiato, in primo luogo interrompendo e perseguendo attività illecite, a partire da ripopolamenti abusivi che, visti i numeri, sono innegabili”.

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