Caso spinoso

Alassio, il caso del piccolo Tommaso diventa politico: interrogazione di Galtieri, furia Canepa

Secondo il consigliere il sindaco avrebbe rifiutato di incontrare la famiglia del bambino, Canepa replica: "Strumentalizzazione, inoltreremo ai magistrati"

comune alassio

Alassio. Lo scorso 5 ottobre il consigliere comunale di minoranza di Alassio, Angelo Galtieri, ha presentato un’interrogazione urgente sul caso del piccolo “Tommaso” (nome di fantasia), il bambino alassino che, nelle scorse ore, è stato sottratto alla famiglia in seguito ad una denuncia formulata nei mesi scorsi dalla madre del piccolo dopo una lite domestica.

Nonostante sia stata poi ritirata, la denuncia ha fatto scattare la procedura di affidamento di madre e figlio ai servizi sociali, che hanno disposto il trasferimento di entrambi in una casa famiglia nell’entroterra di Sanremo. Ora il bambino è stato sottratto alla madre e ai nonni per essere affidato ad una famiglia estranea, e per portare la questione ad un lieto fine è stato creato anche l’apposito comitato “Pro Tommaso a casa”.

“Su sollecitazione del comitato – ha spiegato il nonno del piccolo – il consiglio regionale Assemblea Legislativa della Liguria, nella seduta dello scorso 27 settembre, ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno “Il diritto del minore ad una famiglia” volto a intensificare le iniziative a sostegno della genitorialità con un apposito piano di sussidi in favore di programmi di tipo preventivo a sostegno dei nuclei familiari fragili per innovare le pratiche di intervento nei confronti delle famiglie cosiddette negligenti, al fine di ridurre il rischio di maltrattamento e il conseguente allontanamento dei bambini dal nucleo familiare d’origine”.

Forti della decisione della Regione, i nonni del bambino si sarebbero poi rivolti al sindaco Enzo Canepa. L’interrogazione nasce dal fatto che, secondo il consigliere di minoranza Galtieri, il primo cittadino si sarebbe rifiutato di incontrare la famiglia del piccolo.

Accuse, però, rispedite al mittente da Canepa, che ha tuonato: “La richiesta di un incontro risale a pochi giorni or sono e, come ovvio e come richiesto dalla procedura per queste situazioni, è necessaria la partecipazione del settore servizi sociali che lavora a stretto contatto con il giudice incaricato. Un’intera equipe sta seguendo la vicenda, coinvolgendo gli operatori sociali il consultorio, gli psicologi, il tribunale dei minori e gli organismi preposti al primario scopo di tutela in primis di un minore. Siamo davvero amareggiati che si sia utilizzata in maniera strumentale e propagandistica una situazione personale. Inoltreremo gli atti ai magistrati competenti”.

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