Sentenza

Il Tar sospende la caccia in deroga allo storno: esultano le associazioni a tutela della fauna

L'istruttoria della Regione Liguria non evidenzia il pericolo di gravi danni all'agricoltura da giustificare il prelievo in deroga

cacciatore

Liguria. Con una ordinanza depositata oggi pomeriggio, il Tar ligure ha sospeso la delibera della giunta regionale n. 471 dello scorso 16 giugno, proposta dall’assessore Stefano Mai, che apriva la caccia in deroga agli storni. Il Tribunale amministrativo ha accolto in prima istanza le ragioni delle associazioni per la tutela della fauna, Lega Abolizione Caccia, WWF, ENPA e LAV, patrocinate dallo studio Linzola di Milano: “Sconfitte al primo round sia la Regione Liguria che cinque associazioni venatorie costituitesi in giudizio per difendere lo strappo alla regola” affermano le associaizoni.

La delibera regionale sospesa prevedeva la possibilità di uccidere in Liguria 10.000 esemplari di storno, con una quota abbattibile di 10 “capi” al giorno da parte di ciascun cacciatore autorizzato.

Per i giudizi amministrativi “l’istruttoria della Regione Liguria non evidenzia il pericolo di gravi danni all’agricoltura da giustificare il prelievo in deroga”; l’entità del danno stimato è ben inferiore all’uno per mille della produzione, e appare trascurabile per il Tar, che ha anche evidenziato la penuria di segnalazioni di danno”.

L’udienza di merito è stata fissata al 10 gennaio 2018.

Sono 632 i cacciatori liguri (su un massimo di 1.000 permessi) che avevano fatto domanda per esercitare questa caccia in deroga, nel periodo 23 settembre-15 dicembre, da domenica 23 settembre la caccia allo storno resterà chiusa in Liguria, come peraltro nel resto d’Italia, “visto che la specie storno è protetta dalla direttiva comunitaria sulla tutela dell’avifauna” aggiungono le associazioni.

“Terza debacle regionale. Nel 2015 e nel 2016 la Regione Liguria, con altrettante sentenze definitive, era già stata condannata a risarcire le spese legali delle stesse associazioni protezionistiche per vari vizi di legittimità, sempre riguardanti delibere “disinvolte” per consentire la caccia allo storno, definitivamente annullate dai giudici amministrativi”.

Gli ambientalisti ricorrenti parlano esplicitamente di istruttoria sfacciatamente farlocca per favorire qualche centinaia di aficionados della contraerea agli uccelletti, sotto le mentite spoglie della tutela dell’olivicoltura.

I legali delle associazioni ricorrenti hanno infatti agevolmente argomentato davanti ai giudici del TAR che negli ultimi 7 anni la Regione Liguria non ha mai ricevuto vere richieste di risarcimento per eventuali danni provocati dallo storno all’agricoltura; che la Regione Liguria non ha mai risarcito danni agli agricoltori per causa dello storno, né ha mai organizzato sopralluoghi per effettuare verifiche sul campo; che la Regione non ha predisposto “particolari forme di vigilanza” sulla caccia in deroga, come richiesto dalla legge venatoria statale.

E ancora: “E’ fondato il sospetto che le sole “segnalazioni” di danno da storni, mai risarcite, pervenute alla Regione (71 in totale da tutta la Regione, provenienti da solo 12 comuni, in maggior parte d con scarsissima olivicoltura, come Stella e Serra Riccò), peraltro non autoceritficate, siano da ricondurre a soggetti titolari di licenza di porto di fucile”.

“Del resto l’Assessorato regionale ha negato agli ambientalisti l’accesso a tutti gli atti allegati al fascicolo della delibera oggi sospesa, forse per non far risultare i veri nomi di diversi “segnalanti armati”, una sorta di conduttori agricoli non troppo disinteressati alla doppietta, tra cui potrebbe celarsi un pezzo da 90 della politica ligure” concludono le associazioni animaliste e ambientaliste.

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