Il caso

Savona, doppio esposto dei 5 Stelle: “Elda Olin Verney assessore ‘abusivo’ al sociale”

Secondo i pentastellati la consigliera di maggioranza da mesi utilizzerebbe ufficio e risorse dell'ex assessore Bellingeri

elda olin verney

Savona. Un vero e proprio “assessore abusivo”, che in questi mesi avrebbe ricoperto de facto le mansioni una volta affidate a Cristina Bellingeri e quindi, dopo le dimissioni di quest’ultima, allo stesso sindaco Ilaria Caprioglio. E’ questa l’accusa che il MoVimento 5 Stelle, a Savona, lancia nei confronti della consigliera comunale Elda Olin Verney.

Secondo i pentastellati la capogruppo della lista civica, ormai da mesi, eserciterebbe senza averne titolo il ruolo di assessore ai Servizi Sociali. Per ricoprire questa mansione, sostengono, la consigliera avrebbe utilizzato stabilmente l’ex ufficio di Bellingeri, sarebbe stata coadiuvata nel lavoro dalla segreteria degli assessori e più volte avrebbe incontrato rappresentanti di enti ed associazioni rappresentando di fatto l’esecutivo pur senza averne titolo. Tanto che alcuni interlocutori, probabilmente anche per scarsa conoscenza della macchina comunale, si sarebbero rivolti in questi mesi a lei convinti di parlare con “l’assessore Olin Verney”.

Tre giorni fa i 5 Stelle, che sostengono di avere anche prove fotografiche a sostegno della loro tesi, hanno scritto al segretario Lucia Bacciu per sapere “se il consigliere Olin abbia fatto richiesta formale di ottenere sede e personale” e “se sia legittimo l’utilizzo del personale dell’ente, assegnato alla segreteria assessori, in via esclusiva per l’esercizio delle funzioni di consigliere“. Il MoVimento ha infine chiesto “se risultano atti o documenti interni […] da cui si evinca la concessione di sede e personale al consigliere Olin” oppure “che impegnino la giunta […] ad agire sulla base di impegni assunti dal consigliere Olin verso terzi“.

Due giorni fa il segretario ha prontamente risposto negando, di fatto, qualsiasi assegnazione formale ma ammettendo l’uso “sporadico” dell’ex ufficio di Bellingeri (e di conseguenza del personale) da parte di Elda Olin Verney in seguito all’acquisizione ad interim delle deleghe da parte di Caprioglio. Il tutto, però, solo “per poter materialmente esercitare il ruolo di mera rappresentanza occasionalmente ed informalmente delegato dal sindaco, materialmente impossibilitato a presenziare ad appuntamenti al pari degli altri assessori in quanto assorbiti da altri impegni istituzionali“.

In parole povere il sindaco, diventata suo malgrado anche assessore ai servizi sociali, avrebbe chiesto “informalmente” a Elda Olin di aiutarla nelle incombenze pratiche fino alla nomina del nuovo assessore, Maria Zunato (che avverrà nei prossimi giorni, anche se non necessariamente con la delega al sociale). Uno scenario tutto sommato comprensibile, ma che i “grillini” contestano. “Nel nostro Comune non esiste la figura di ‘consigliere delegato’ – spiegano – la maggioranza avrebbe potuto modificare il regolamento per istituirla, oppure comunicare la temporanea assegnazione delle deleghe in deroga al regolamento. Invece non è avvenuto nulla di tutto questo, e ci si è limitati a renderla ‘assessore supplente de facto’. Ma lei è una semplice consigliere, senza una investitura formale conta quanto qualsiasi altro”.

“In questo modo si è generata confusione nei suoi interlocutori – concludono – spesso convinti di parlare con un assessore o comunque con un membro dell’esecutivo, in grado di prendere impegni in nome del Comune”. Per questo domani i 5 Stelle presenteranno due esposti: uno all’Ispettorato per la Funzione Pubblica (per definire un eventuale “abuso di ruolo” da parte della consigliera) e l’altro alla Corte dei Conti (per via dell’utilizzo di ufficio e personale, ossia risorse comunali, ritenuto “indebito”).

Olin, dal canto suo, non solo non nega, ma anzi rivendica con orgoglio quanto fatto: “Mi sono soltanto resa disponibile a dare una mano in un momento di emergenza. E solo per la fase di ascolto delle varie realtà, cosa che richiede molto tempo: poi ho sempre riferito tutto a Caprioglio, l’unica a cui competeva prendere decisioni. Nessun abuso neanche per quanto riguarda le risorse: la segreteria si limitava a fissare gli appuntamenti e l’ufficio lo usavo solo per gli incontri. Non ho mai usato il telefono o il computer del Comune, persino le relazioni le ho sempre scritte a casa con il mio pc. Mi sono messa a disposizione perché ce n’era bisogno, per la città, ed era palese come le associazioni si sentissero felici di poter finalmente comunicare col Comune. E meno male che lo abbiamo fatto, perché così abbiamo fatto dei passi avanti. Fare polemica su questo mi sembra sinceramente futile: è una critica strumentale, e agli amici dei 5 Stelle dico che voler bene alla città è ben altro…“.

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