La polemica

Savona, divieto di sosta per il lavaggio delle strade. Ripamonti al M5S: “Stupido assalto da ninja metropolitani”

L'assessore comunale savonese: "Gli utenti sono tenuti a rispettare le ordinanze"

Paolo Ripamonti

Savona. L’assessore comunale di Savona Paolo Ripamonti respinge al mittente la polemica sul divieto di sosta per lavaggio delle strade a Savona con la richiesta del M5S di annullamento di tutte le sanzione illegittime e il rimborso di quelle già pagate.

“Ho letto con interesse e un po’ di stupore l’ennesima polemica fatta di cavilli messa in scena dagli adepti di Beppe Grillo a Savona. A parte il fatto che il consigliere comunale, un po’ grossolanamente, ha fatto confusione tra le ordinanze, perché quella scaduta di cui parla lui è relativa allo spazzamento notturno e non al lavaggio e ai lavori effettuati da ATA nella giornata di ieri, regolati da un altro provvedimento – sottolinea su Facebook l’assessore Ripamonti -. A parte il fatto che se c’è un divieto di sosta, e c’è un’ordinanza vigente che lo disciplina, l’utente è tenuto per legge a rispettare le disposizioni a prescindere dalle diciture riportate (il consigliere Meles si ferma davanti agli stop o dai semafori rossi, o prima verifica che il codice della strada sia aggiornato?)”.

“A parte il fatto che un consigliere comunale, qualora dovesse incontrare errori o sviste, per correttezza istituzionale dovrebbe avvertire gli uffici competenti, prima di dare vita a una polemica mediatica”.

“Al di là di questo, il punto è un altro, perché davvero non si capisce il senso di tutta la loro attività: con queste operazioni di assalto da ninja metropolitani, i guerriglieri del subcomandante Beppe, che fotografano gli operai al lavoro e i piccioni che entrano a palazzo comunale, dove vogliono arrivare? Vogliono protestare contro il lavaggio delle strade, perché le vogliono lasciare sporche? Vogliono far polemica sui numeri dei provvedimenti e su cavilli amministrativi, come se a posizionare i cartelli per strada fosse la giunta comunale? Ma soprattutto, con queste polemiche sterili e queste montagne di documenti prodotte dagli uffici – e relativi costi – con questo spionaggio da James Bond di piazza Sisto, credono davvero di fare il bene della città?” si chiede ironicamente Ripamonti.

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