Albenga. Prima i graffiti sull’asfalto, poi l’assemblea spontanea con tanto di “sfuriata” al responsabile della cooperativa che dovrà gestire i 10 migranti destinati alla regione Antognano. Quindi l’incontro in Comune. Ed ora le svastiche.
Come purtroppo spesso accade, per colpa di qualcuno “trascende” la protesta dei residenti iniziata sabato dopo la notizia che 10 migranti erano stati destinati dalla prefettura ad un alloggio privato della zona. Se all’inizio i toni erano decisamente “caldi” ma assolutamente civili, questa notte qualcuno ha pensato di tracciare il simbolo nazista nelle immediate vicinanze dell’alloggio che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) accogliere i profughi: la croce che, 72 anni dopo la fine della guerra mondiale, è ancora capace di evocare i peggiori orrori della storia, ha fatto la sua comparsa sulle barriere a lato strada, sui quadri elettrici, sui capanni di lamiera.
Un messaggio decisamente in contrasto con quello lanciato ieri, in modo compatto, dai residenti e dal vicesindaco Riccardo Tomatis: “Non siamo razzisti – avevano spiegato – anzi Albenga ha già accolto centinaia di famiglie straniere, dando loro lavoro, istruzione e sanità. Però abbiamo già fin troppi problemi di ordine pubblico, non possiamo anche farci carico dei migranti”. Ed era arrivata anche la proposta di mediazione: “Se si trattasse di donne e bambini, allora li ospiteremmo ed aiuteremmo”, avevano spiegato.
Evidentemente, però, qualcuno la pensa in modo diverso, ed è su posizioni ben più drastiche. E ha pensato di “gridarlo” nel modo peggiore, con un gesto che ora (almeno a livello di immagine) rischia di ripercuotersi sugli stessi abitanti della zona, già travolti da accuse di intolleranza e di razzismo. Giovedì mattina una loro delegazione, insieme all’amministrazione comunale, incontrerà il prefetto.