Ipotesi contestata

M5S e sindacati uniti: “No alla privatizzazione dell’area crematoria di Savona”

Polemica sulla possibile privatizzazione della cremazione a Savona

forno crematorio

Savona. L’area crematoria deve restare al Comune di Savona e non essere “svenduta” ai privati: il monito all’assessore comunale Silvano Montaldo arriva dal M5S savonese che critica aspramente ogni ipotesi di privatizzazione dopo le indiscrezioni trapelate a Palazzo Sisto su un bando in project financing di 20 anni per l’affidamento ai privati dei forni crematori nell’area cimiteriale di Zinola.

“Sarebbe una scelta scellerata che porterebbe un danno erariale per le casse del Comune già in difficoltà, si parla di almeno 350-400 mila euro di risorse che non entrerebbero più nel bilancio comunale” afferma il M5S savonese.

Nel 2016 sono state realizzate 1080 cremazioni, ma l’attuale impianto può arrivare a superare anche le 1200 cremazioni all’anno: “Sarebbe un vero regalo ai privati, non vorremmo che ci fosse il desiderio di restituire qualche marchetta elettorale, è un business certo, in crescita e dai bassi costi…” sottolinea polemicamente il M5S savonese. “Si rischia di togliere introiti ad oggi troppo importanti per i savonesi e non si comprende la ragione”.

“Tra l’altro all’epoca della precedente amministrazione di centro sinistra, in tema di cremazione l’attuale maggioranza di centro destra aveva avuto tutt’altro atteggiamento e comportamento respingendo ogni ipotesi di privatizzazione dell’impianto crematorio. E oggi pare abbia cambiato idea…” conclude il M5S savonese.

Anche i sindacati sono pronti a contrastare il progetto: “A più di un anno dall’insediamento della nuova giunta comunale di Savona e nove mesi dalla nomina del nuovo CdA, mentre siamo ancora in attesa di conoscere un piano industriale per Ata SpA che doveva essere pronto a giugno, si preferisce parlare di privatizzazioni. E lo si fa direttamente sugli organi di informazione. Mesi e mesi di incontri con l’azienda in cui abbiamo ascoltato sempre e solo “titoli”: non un solo progetto industriale concreto con risorse aziendali (umane e non) dedicate, tempi di realizzazione previsti, ecc. Anche l’organizzazione del lavoro e dei servizi, che pur hanno dimostrato da tempo limiti profondi, sono rimaste pressoché invariate con inevitabili ripercussioni sulla qualità del servizio reso ai cittadini e sulle condizioni di lavoro degli addetti nel capoluogo e, particolarmente nel periodo estivo, nei comuni a vocazione turistica come Pietra Ligure, Borgio Verezzi e Borghetto” afferma la Fp Cgil savonese.

“Dunque, praticamente nulla, sia sul fronte industriale che su quello dell’organizzazione del lavoro. Piuttosto, abbiamo spesso sentito richiamare l’attenzione su altro: responsabilità delle amministrazioni precedenti, qualche cittadino che conferisce i rifiuti in modo non corretto, un presunto assenteismo di lavoratori che, invece, si trovano ad operare quotidianamente in condizioni difficili dovute a carenze di personale fisso e stagionale (quest’anno assunto in numero inferiore e con forti ritardi rispetto al passato), criticità relative alla funzionalità/adeguatezza del parco mezzi rispetto al servizio da svolgere ed una organizzazione generale e del lavoro complessivamente inadeguata e ferma esattamente ad un anno fa, quando non addirittura peggiorata. Dove sono finite tutte le “rivoluzioni in ATA” più volte annunciate dall’attuale amministrazione?”.

“Quando da parte dell’attuale amministrazione si ripeteva che “la musica è cambiata” a quale “spartito” ci si riferiva? Quello delle privatizzazioni? A questo punto è difficile immaginare che per l’azionista di riferimento (Comune di Savona) e per il CdA di ATA gli obiettivi rimangano quelli condivisi e sottoscritti con il sindacato nel protocollo di inizio maggio, vale a dire mantenere la proprietà pubblica e le attività all’interno del perimetro aziendale, rilanciare l’azienda, tutelare i posti di lavoro e migliorare i servizi resi ai cittadini. Le dichiarazioni riportate in realtà portano a direzioni ben diverse da quelle sottoscritte che, per non rimanere solo sulla carta, presupponevano progettualità e proposte industriali ed organizzative adeguate che ancora non abbiamo visto”.

“Rispetto a tutto ciò crediamo dover rispondere, a questo punto anche noi sugli organi di informazione, che la Fp Cgil di Savona è totalmente contraria all’ipotesi di privatizzazione prospettata proprio perché da un lato riguarda un settore oggi pubblico e “dalle grandi potenzialità per Savona”, dall’altro fa parte del core business dell’azienda pubblica “multiservizi” più importante della provincia. Azienda di cui il Comune di Savona (che vorrebbe privatizzare) è azionista di riferimento. Non si sta dicendo nulla di nuovo ma, semplicemente, si ribadisce un concetto ben delineato nel protocollo siglato lo scorso maggio e rispetto a cui, come Fp Cgil, nei mesi precedenti avevamo anche chiamato più volte allo sciopero i lavoratori di ATA”.

“Di questo passo è naturale la ripresa di iniziative e vertenze sindacali interrotte a maggio a fronte di impegni ed obiettivi condivisi che, almeno per la nostra organizzazione, rimangono ben chiari e non sono cambiati” conclude la Fp-Cgil.

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