Ritrovamento

Società Savonese di Storia Patria: scoperto antico disegno sull’assedio del 1800

Il disegno mostra una pianta schematica della città e della fortezza e come sono disposte le forze in campo

disegno assedio savona

Savona. Un disegno inedito sui preparativi dell’assedio di Savona dell’aprile 1800: il socio della Società Savonese di Storia Patria Alessandro Garulla ha voluto condividere un suo recente ritrovamento. Il disegno mostra una pianta schematica della città e della fortezza e come sono disposte le forze in campo. Il comando si trova nei pressi della chiesa della Consolazione, all’incrocio tra le strade che portano a Vado ed a Cadibona.

LA STORIA – Il disegno è stato acquistato da un antiquario di Parigi nel 2015 e faceva parte di un piccolo faldone di documenti originali, purtroppo frazionati e venduti, appartenuti ad un ufficiale francese di stato maggiore che prestò servizio in Liguria nell’aprile del 1800.

La carta rappresenta una immagine “istantanea” dei giorni 6 e 7 aprile 1800, quando il presidio francese di Savona, formato dalla 93a mezza brigata di fanteria, integrato da un gruppo misto di artiglieria ed elementi di truppe liguri di Genova e Savona – per un totale di circa 600 uomini agli ordini del generale di brigata Claude Buget – tentò con poca convinzione di mantenere il possesso della città di Savona, per poi ritirarsi nel Priamàr e sostenere un lungo assedio degli imperiali.

Sul disegno, eseguito ad inchiostro, sono state aggiunte a matita le disposizioni ed il numero di soldati francesi a presidio all’interno delle mura. Ben visibili i “rettangoli” che segnalano le posizioni di “blocco” del nemico su tutte le vie di comunicazione. Le posizioni dell’esercito austriaco, più di mille uomini di fanteria, un corpo di cavalleria, rinforzati da un contingente piemontese del reggimento Acqui (rettangoli bianchi/neri) ed il comando imperiale (rettangolo bianco/nero più grande) al bivio fra la strada di Vado e di Cadibona.

Dopo brevi scaramucce per le vie della città, il generale Buget, pluridecorato e reduce da due ferite in battaglia, decise di ritirarsi all’interno della fortezza del Priamàr dove resistette fino al 16 maggio dello stesso anno. Alle operazioni di blocco partecipò anche la marina inglese che, con base in Vado, fornì due fregate e qualche legno minore per impedire il rifornimento dal mare alle truppe assediate.

Durante questi 40 giorni, la guarnigione francese del Priamàr tentò ripetute ed ardite sortite, respinse attacchi e svariate proposte di resa. I cannoni della fortezza, sempre attivi, riuscirono ad impedire il transito dalle principali arterie di comunicazione alle truppe nemiche di passaggio ed in smistamento verso i vari fronti del momento.

Per eliminare avamposti austriaci troppo avanzati, si arrivò a cannoneggiare le mura e le case dei savonesi. Il 16 maggio 1800, l’intero contingente francese del Priamàr, in base agli accordi siglati con il generale imperiale St. Julien, esce dalla fortezza a tamburo battente, bandiere spiegate ed armi alla spalla; rendono gli onori delle armi due reggimenti imperiali “tirati a lustro” ed il generale St. Julien in persona. Buget, dopo tanta gloriosa resistenza, finirà prigioniero di guerra in Carinzia.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.