C'è chi non ci sta

Case popolari, Scajola: “Il Governo ha perso l’ennesima occasione per difendere i cittadini italiani”

"Nessun passo indietro sui nostri principi, faremo ricorso alla Corte Costituzionale"

marco scajola

Regione. “Il Governo ha perso una buona occasione per fare in modo che una legge regionale fatta bene possa garantire, nell’attribuzione degli alloggi popolari, un riconoscimento nei confronti di chi risiede da maggior tempo sul territorio italiano”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Edilizia Marco Scajola in merito al ricorso del Governo contro un comma di un articolo della legge regionale sulla riforma dei principi di assegnazione delle case popolari, che prevede i dieci anni di permanenza sul territorio italiano per gli stranieri.

“La nostra non è una norma contro qualcuno ma è legittimo premiare quelle persone che da almeno dieci anni sono residenti sul territorio italiano. Siamo ancora in attesa di conoscere le motivazioni complete ma non faremo nessun passo indietro e siamo pronti a presentare ricorso alla Corte Costituzionale”, dichiara Scajola.

“Restano tutti i principi che abbiamo introdotto – commenta l’assessore – cioè la tutela per le donne sole, gli ultra 65enni, i genitori separati, le forze dell’ordine, le famiglie con portatori di handicap, quindi la legge è salva. Questa è un impugnativa e non una decadenza, aspettiamo la notifica delle motivazioni”.

“Noi difendiamo i dieci anni come giusto principio portato avanti dall’amministrazione Toti – continua ancora Scajola – e riteniamo che, anche dal punto di vista giuridico, ci siano gli elementi per proseguire sulla nostra strada. È certo che in Italia sta succedendo qualcosa di assurdo: l’essere italiano non viene più riconosciuto come un merito ma come una colpa e questo diventerà un boomerang per il Governo”.

“Non è possibile che per l’ennesima volta si parli di una direttiva europea sulla libera circolazione dei cittadini che avrebbe motivato l’impugnativa – dice ancora l’esponente della giunta – La nostra legge non vuole bloccare il movimento dei cittadini in Europa: i dieci anni vengono da una scelta di buon senso che la nostra amministrazione ha voluto fare, basata sulla richiesta degli stessi cittadini, ma anche su norme del Governo nazionale che, con la Legge 133 del 2008 riconoscono i dieci anni di residenza in Italia e i 5 anni di residenza sul territorio regionale”.

“Pertanto quello che il Governo sta facendo non è serio, visto che colpisce una norma che si muove sulla scia di quella nazionale. In attesa comunque della notifica delle motivazioni, mi incontrerò con gli amministratori unici delle Arte liguri per valutare come andare avanti, affinché non ci siano problemi con l’assegnazione delle case popolari”, conclude l’assessore all’Urbanistica.

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