Raggelante

Albenga, la testimonianza: “Hanno tentato di violentarmi in spiaggia, salva solo grazie alla mia prontezza”

Una donna racconta: "Ero sola sotto un ponte dagli scogli, ha iniziato a baciarmi sulle cosce..."

Albenga. “Sono stati i 5 minuti più brutti della mia vita… sto tremando ancora adesso”. C’è rabbia, tanta rabbia nel racconto di una donna di Albenga, Elena (nome di fantasia). Rabbia e paura, nel ripensare alla tentata violenza subita poche ore prima ed evitata, spiega, grazie alla sua prontezza e, forse, “all’aiuto di qualcuno da lassù”.

L’episodio si sarebbe verificato ieri pomeriggio. Elena racconta di essere stata aggredita e di aver subito “una tentata violenza mentre ero in spiaggia da uno squallido individuo che mi ha bloccata con la forza“. Inizialmente non vuole scendere nei dettagli, il terrore è ancora troppo forte. Poi qualcosa spiega: “Ero da sola sugli scogli, stavo passando sotto un piccolo ponte della ferrovia che porta al mare. Nessuno si è accorto di nulla. Ricordo bene il viso e la maglietta verde acceso che indossava. Sentirmi bloccata, baciarmi sulle cosce e strattonarmi per tenermi lì è stato terribile”.

La donna racconta di essere riuscita a sfuggire al suo aggressore: “Ero scioccata, ho tremato per un bel po’. Per fortuna ho agito d’istinto e non mi sono bloccata. Per saltare il muro a momenti mi rompo una gamba… appena mi sono liberata dalle grinfie di quel lurido verme sono scappata a razzo in auto. Solo grazie alla mia prontezza di spirito e forse con l’aiuto di qualcuno che da lassù mi ha ‘visto’ sono riuscita ad evitare conseguenze pesanti”.

A qualche ora di distanza, “la rabbia ha preso il sopravvento sulla paura – confessa Elena – quelle luride mani addosso a me…”. E il lungo sfogo diventa un atto d’accusa contro quella che più volte definisce “invasione”: “Albenga è diventata una cloaca, ed io mi rifiuto di dover aver paura come è successo ieri. E non mi venite a dire che non si fa di tutta l’erba un fascio, perché sono solo feccia. Tutti. Vengono qui e dobbiamo inchinarci alle loro usanze, tornando indietro di 2000 anni”.

Elena è incerta se denunciare o meno l’accaduto: “Ho pensato che non servirà a nulla, perché sarebbe una denuncia contro ignoti. E poi nessuno ci aiuta, anzi gli stranieri sono tutelati più di noi. Se li portano in caserma il giorno dopo sono già fuori…“. Il consiglio delle forze dell’ordine, in questi casi, è però ovviamente quello di denunciare sempre: questo sia per permettere lo svolgimento delle opportune indagini, sia per avere una migliore “fotografia” del fenomeno sul territorio.

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