Savona. E’ accaduto nella notte tra lunedì e martedì che la lapide che ricorda i 55 operai dell’ex vetreria Taddei deportati nei lager nazisti dalla città di Empoli è stata deturpata con una svastica di colore nero: è un chiaro attacco fascista da parte di mano ignota”. Lo dichiara la presidente della sezione di Savona dell’Aned, Maria Bolla, che esprime “la propria vicinanza e la solidarietà di tutti gli antifascisti savonesi ai compagni della sezione di Empoli e alle famiglie che hanno perso un proprio caro uccisi nel sistema concentrazionario nazista”.
“Ricordando i deportati toscani – prosegue – vogliamo non dimenticare i duecento operai savonesi che vennero deportati a Mauthausen il 1 marzo 1944, dopo lo sciopero organizzato dagli stessi lavoratori nella nostra provincia, come nelle altre grandi città industriali, per assestare un colpo definitivo contro il regime nazifascista. L’Aned è impegnata da più di settantanni nel ricordare alle future generazioni quegli uomini e quelle donne che misero a rischio la propria vita per combattere la tirannide e la violenza del fascismo e del nazismo, e lo fecero dietro al filo spinato”.
Di seguito la nota del presidente nazionale Dario Venegoni inviata a tutte le sezioni Aned: “Tutta l’ANED è con voi a Empoli questa sera. L’attacco ignobile e vigliacco al monumento che ricorda i deportati empolesi arriva al culmine di una infinita sequela di episodi analoghi. Fa parte insomma di una strategia di imporre fascisti e neonazisti come interlocutori di peso nel dibattito politico attuale. Non ci può essere dibattito con chi, di fronte a un monumento che ricorda le vittime della repressione nazifascista di 73 anni fa, si schiera dalla parte degli aguzzini e dei carnefici. Si approvi subito la legge Fiano e si impegnino gli apparati dello stato a fare finalmente il loro dovere in difesa della Repubblica dagli eversori. Un abbraccio agli antifascisti empolesi e toscani che ora sono mobilitati nel ricordo dell’immane sacrificio di tanti lavoratori arrestati, torturati, e annientati nei campi di Hitler”.