Nessuna responsabilità

Processo sul raddoppio ferroviario di Andora: assolti due dipendenti Ferrovial

I difensori hanno dimostrato che i due imputati non avevano nessuna responsabilità nelle decisioni relative al cantiere

tribunale Savona aula

Andora. Erano finiti a giudizio nell’ambito del processo per frode in pubbliche forniture e truffa relativo all’inchiesta della Procura di Savona sulle irregolarità nei materiali utilizzati nel cantiere per il raddoppio ferroviario tra Andora e San Lorenzo al Mare. Questa mattina però due dipendenti della Ferrovial (una delle due aziende che era impegnata nel cantiere ferroviario), Francesco Esposito e Marco Missipipi sono stati assolti per non aver commesso il fatto.

I due imputati, che erano assistiti dagli avvocati Daniela Scarone, Vito Anobile e Alessandro Mager, erano rimasti coinvolti nella vicenda con posizioni marginali: Esposito come capo (per un periodo limitato di tempo) del cantiere di produzione dei conci di Ferrovial e Missipipi come assistente del direttore di cantiere. Per entrambi le accuse variavano dalla frode in pubbliche forniture, alla truffa e al falso. I difensori hanno però dimostrato nel corso del dibattimento come da parte dei loro assistiti non ci fosse nessuna responsabilità nelle decisioni relative al cantiere: “Il nostro cliente era un semplice dipendente e si limitava a ricevere gli ordini e a passare le direttive ad altri operai” hanno precisato gli avvocati Scarone e Anobile, legali di Esposito.

Al centro dell’inchiesta giudiziaria erano finiti i conci irregolari e i materiali non conformi che sarebbero stati impiegati per il raddoppio della ferrovia tra Andora e San Lorenzo. La Procura nel corso dell’indagine aveva sequestrato tutti i materiali irregolari utilizzati nel cantiere. Dalle verifiche, secondo gli inquirenti, erano emerse negligenze nella realizzazione delle gallerie, dove sarebbero presenti le borchie ma non i tiranti.

Per questa vicenda il pm Chiara Maria Paolucci aveva chiesto il rinvio a giudizio di sette persone (tra amministratori delle società coinvolte e responsabili del cantiere) e di due aziende che erano impegnate nei lavori, la Ferrovial Agroman e la Cossi Costruzioni di Sondrio. Proprio nei confronti della Cossi Spa, e del suo amministratore Renato Cossi, erano cadute tutte le accuse (nei confronti dell’imprenditore era stata infatti pronunciata una sentenza di non luogo a procedere per non aver commesso il fatto, mentre l’illecito amministrativo contestato alla società era risultato prescritto).

Stessa sentenza (non luogo a procedere per non aver commesso il fatto) era stata pronunciata anche per Ignacio Rodriguez Botella, amministratore della Ferrovial. Per quanto riguarda quest’ultima società invece per uno degli illeciti amministrativi contestati era stato pronunciato il non luogo a procedere (“perché non era previsto al tempo del reato”), mentre per le restanti contestazioni era arrivato un patteggiamento di sessantamila euro di multa (la Ferrovial aveva anche integralmente risarcito la parte offesa, ovvero il consorzio Italferr del gruppo ferrovie dello Stato, restituendo i soldi per i conci ed i chiodi non conformi utilizzati nel cantiere del raddoppio).

Altri tre imputati, tutti capi cantiere della Ferrovial, avevano invece patteggiato.

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