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Pd, il segretario Vigliercio non fa sconti: “Basta litigi e nuova linea politica”

Dura relazione del segretario del Pd durante la direzione del partito, convocata d'urgenza dopo la pesante sconfitta elettorale

Fassino Vigliercio

Savona. Una relazione dura, un’analisi del voto impietosa, così come senza se e senza ma sono state le parole pronunciate in merito all’indispensabile nuovo corso del Pd provinciale. Così il segretario provinciale Giacomo Vigliercio di fronte alla direzione del partito convocata d’urgenza dopo la pesante sconfitta elettorale alle recenti amministrative, nel savonese come in tutta la Liguria.

“Al di là delle vicende locali, che indubbiamente hanno influito su ogni singola situazione a volte in modo determinante, non possiamo non vedere una tendenza generale che ci obbliga a chiamare questo risultato con il proprio nome: una netta sconfitta” ha esordito Vigliercio nella sua relazione.

“Il centrodestra unito, avvantaggiato dal sistema elettorale che premia le coalizioni e prevede il ballottaggio, nel quale gli elettori del Movimento 5 Stelle sono portati a votare contro il partito democratico a favore della destra, segna un grande successo, non c’è dubbio e bisogna prenderne atto. Certo, pesa il dato enorme dell’astensionismo e tanti che non sono andati e non vanno più votare, tra questi sono tanti i delusi del centro sinistra, un clima di sfiducia verso la politica e anche verso il nostro partito sul quale riflettere”.

E il segretario provinciale Pd aggiunge: “Personalmente, sono convinto che sbagli clamorosamente chi si è affrettato, in questi giorni, a individuare come uniche responsabili del risultato le componenti del Partito ritenute a sé più distanti nel dibattito interno. Sbaglia quel renziano che pensa che basti un PD tutto renziano per vincere, e sbaglia quel non renziano che pensa che, tolto di mezzo Renzi, si possa schioccando le dita ricostruire una coalizione con le percentuali dell’Unione” aggiunge ancora il segretario Vigliercio.

“Il problema centrale è un altro, ed è a monte dell’essere “troppo renziani” o “non abbastanza renziani”: definizioni assolutamente politicistiche da addetti ai lavori e lontane mille miglia dai bisogni delle persone. E’ un problema di credibilità presso l’elettorato del nostro Partito nel suo complesso, non di una sola sua area interna o di alcuni suoi esponenti: abbiamo perso con la coalizione larga e abbiamo perso dove siamo andati da soli. In questo momento non siamo credibili come partito e neppure come coalizione. Non è un problema di formule. È un problema di credibilità della nostra proposta politica”.

E proprio sulla credibilità del Pd il segretario va giù duro: “Credo che ci siano due aspetti macroscopici, sui quali già da subito dobbiamo lavorare. Il primo è che siamo percepiti come un partito diviso e litigioso, attraversato non solo da divergenze di opinione, ma da rivalità personali e lotte intestine, che spesso non vediamo l’ora di mettere sulla pubblica piazza, spesso solo per ambizioni personali con l’intento di screditare i nostri avversari interni in vista delle prossime elezioni primarie o della prossima competizione interna. Che credibilità come gruppo dirigente ha un partito che si presenta agli elettori non articolato e plurale politicamente – il che è un bene – ma litigioso e attraversato da odi personali?”.

“In una situazione del genere l’elaborazione della proposta politica risulta assente e priva di significati agli occhi della gente e degli elettori”.

Fassino Vigliercio

E nella sua lunga relazione il segretario Vigliercio entra nel merito delle elezioni savonesi: “A Borghetto era una situazione disperata, uscivano da un fallimento della nostra amministrazione che ha portato al commissariamento del comune, abbiamo provato a giocare la carta di un noto professionista senza successo, il centrodestra che è maggioranza culturale e ora politica nel paese ha saputo bene interpretare il messaggio di cambiamento e ha vinto la partita”.

“A Cairo la sconfitta più cocente – aggiunge -, uscivamo da dieci anni di buona ammirazione, Fulvio Briano aveva ereditato un comune pieno di debiti e derivati e oggi ha lasciato un comune virtuoso e senza debiti. Diverse le cause della sconfitta, la fine di un ciclo può portare la gente a chiedere un cambiamento, sicuramente il trend nazionale a favore del centrodestra si ‘e’ sentito pure a Cairo, la strumentalizzazione politica fatta dall’allora opposizione su scelte di impatto ambientale sulla comunità e la contestuale loro denigrazione del sindaco e dell’amministrazione: forse anche la nostra incapacità di costruire per tempo una nuova proposta e non semplicemente la continuità con i 10 anni passati ha portato nell’immaginario collettivo ad uno scollamento con i cittadini che non siamo riusciti in tempo a percepire in tempo e a recuperare nonostante il forte impegno del nostro candidato Matteo Pennino, a cui va il nostro ringraziamento”.

Infine, il segretario Vigliercio traccia la nuova linea del cambiamento e del rinnovamento del partito, unica strada per tornare ad essere davvero uniti e quindi credibili nella proposta politica: “E’ indispensabile una ampia e democratica discussione, al nostro interno, con gli amministratori pubblici e con gli interlocutori esterni che ogni tematica richiederà, su ciascuno dei temi fondamentali che riguardano il governo del nostro territorio, per arrivare ad elaborare una proposta politica chiara e unitaria con cui presentarci ai cittadini. Lo strumento per ottenere questo obiettivo, qui da noi, saranno i Tavoli di Lavoro tematici” dice Vigliercio.

“Secondo punto della rinascita un approccio rigorosamente unitario, in cui tutti gli iscritti sono chiamati a esprimere le proprie opinioni e a elaborare la linea politica del partito indipendentemente dalla mozione che hanno votato al Congresso nazionale”.

“Terzo punto: una discontinuità sia nel modo di proporre il partito e sia nelle persone che lo rappresentano”.

“Non solo – conclude il segretario provinciale del Pd -: occorre seguire e assumere un ruolo di regia nella gestione dell’Area di crisi complessa, occorre incalzare il centro destra al governo della Regione e di molti Comuni, a partire da quello di Savona, mettendone a nudo errori e contraddizioni ed evidenziando la maggiore credibilità delle nostre proposte. Occorre rafforzare il rapporto tra Circoli e Federazione e, in alcune zone, ricostruire del tutto la nostra presenza organizzata”.

“Insomma, di lavoro da fare ce n’è molto e quanto detto nella mia relazione sono aspetti ampiamente discussi e che abbiamo condiviso tutti ben prima dei risultati elettorali delle ultime amministrative, dopo le quali non possiamo che essere ancora più convinti dell’urgenza di cominciare questo lavoro, insieme”.

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