Operazione di successo

Mai violenti, ma abilissimi: 5 ladri di banche e gioiellerie arrestati dai carabinieri di Albenga fotogallery

L'indagine ha preso le mosse da un colpo da 140 mila euro alla gioielleria "Buffa" del centro storico ingauno

Albenga. Agivano in gruppo (6-7 persone), senza mai usare violenza, ma con destrezza per mettere a segno furti negli istituti di credito, nelle gioiellerie e anche a danno dei clienti delle banche stesse. Erano tutti abilissimi e con un ruolo ben preciso: alcuni facevano da palo, alcuni distraevano gli impiegati mentre gli altri compivano il furto vero e proprio. E molto spesso le stesse vittime se ne accorgevano dopo diverse ore. A fermare una banda di cittadini colombiani specializzata in furti ci hanno pensato i carabinieri della compagnia di Albenga che, nei giorni scorsi, hanno arrestato cinque persone.

In manette sono finiti Diego Ocha e Diana Vasquez (marito e moglie), Alejandro Cruz, Hipolito Herrera e Enid Rodriguez, tutti di nazionalità colombiana, irregolari sul territorio nazionale, nati tra il 1968 e il 1981, e in Italia con documenti falsi. I cinque sono stati arrestati (in esecuzione di un fermo di indiziato di delitto firmato dal sostituto procuratore Massimiliano Bolla e poi convalidato dal gip di Milano) dai militari del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri di Albenga, guidato dal tenente Iacopo Vittorio Rossi, a Pioltello, nella periferia milanese.

L’indagine ha preso le mosse dal furto ai danni della Gioielleria Buffa del centro storico di Albenga, avvenuto il 24 maggio di quest’anno, con un “bottino” da 140 mila euro (il colpo più ingente). In quell’occasione, come hanno appurato i militari, due facevano da palo e altri tre, con vari ruoli, hanno effettuato il vero e proprio furto dentro la gioielleria distraendo il personale e accedendo al contenuto della cassaforte.

I carabinieri ingauni sono riusciti a mettersi sulle tracce della banda partendo dalle immagini dalle telecamere della videosorveglianza della polizia municipale di Albenga. Dopo aver identificato i sospettati è iniziata un’intensa attività di monitoraggio che ha poi permesso di ricostruire i movimenti della banda e di rintracciare i malviventi nel quartiere di Pioltello (Milano).

I furti erano la principale attività dei membri della banda che, secondo quanto accertato, dedicavano ogni loro “sforzo” alla pianificazione dei colpi. Ogni tipologia di obiettivo richiedeva una strategia diversa, con ruoli e compiti ben definiti. C’era chi aveva il compito di controllare i dipendenti, chi doveva “far perdere tempo” per permettere ai complici di raccogliere informazioni o mettere a segno il colpo. Per quanto riguarda le banche, ad esempio, i portavalori incaricati di trasferire il denaro venivano pedinati per chilometri: poi non appena avveniva la consegna di denaro i malviventi mettevano in atto un diversivo con cui distrarre la guardia giurata e rubare il denaro. Questa strategia è stata realizzata in occasione del colpo alla Banca Popolare di Milano lo scorso 6 giugno, quando i ladri sono riusciti addirittura ad entrare nel caveau dell’istituto di credito (salvo poi essere messi in fuga dal personale).

Che l’attività criminale fosse ben strutturata lo conferma anche il furto nella gioielleria di Riva del Garda del 12 giugno, quando un primo “attore” ha effettuato un sopralluogo utile a raccogliere informazioni sul luogo e sul funzionamento dei sistemi di sicurezza alcuni giorni prima del vero e proprio colpo (poi sventato dagli impiegati dall’esercizio commerciale).

In sede di perquisizione sono stati rinvenuti indumenti usati per il colpo e recuperati cellulari e denaro contante. Diana Vasquez e Diego Ochoa stavano per andare a Madrid e poi a Bogotà (sono stati trovati infatti i loro biglietti aerei): per questo, visto che il pericolo di fuga era concreto, i militari sono intervenuti per bloccarli.

Il maggiore Francesco Bianco, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Albenga, spiega: “Prima di effettuare il furto la banda effettuava diversi sopralluoghi. Dopodiché, stabilito il momento di colpire, due complici facevano da palo fuori da gioiellerie o banche mentre gli altri entravano all’interno in momenti diversi. Mentre uno di loro distraeva il personale, gli altri agivano scassinando le cassaforte o prelevando i preziosi dalle vetrine lasciate magari aperte”.

I carabinieri attribuiscono alla banda almeno cinque colpi, due andati a buon fine e tre tentati. Il primo il 24 maggio ad Albenga, alla gioielleria Buffa, dove hanno portato via un bottino da 140 mila euro; poi il 6 giugno si è registrato il tentativo di furto alla Banca Popolare di Milano, in una filiale del capoluogo lombrado; il 12 giugno sono stati monitorati un tentativo di furto alla gioielleria “Detoni” di Riva del Garda (dove sono stati scoperti grazie ad un addetto alla vigilanza) e alla Cassa Rurale dell’Alto Garda sempre a Riva del Garda; e ancora l’11 luglio sono riusciti a colpire alla Banca Creberg (il Credito Bergamasco) di Sirmione dove hanno rubato 2250 sterline ad una cliente dell’istituto che li aveva appena prelevati; infine hanno colpito il 26 luglio al cambiavalute Forexchange dell’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) dove hanno rubato valuta straniera per 11000 euro appena consegnata dal portavalori.

Inoltre la banda è stata monitorata durante una serie di sopralluoghi in Riviera effettuati nel mese di giugno: ad Arenzano in piazza Dante in una gioielleria, ad Albissola Marina alla Carige di corso Bigliati e a Savona, in via Paleocapa, sempre in una gioielleria.

Ma il lavoro di indagine è ancora in corso e i carabinieri contano di poter identificare altri complici, ma anche altri colpi: “Hanno effettuato sopralluoghi e tentativi di furto che ancora non ci sono noti. In tutto sono una decina, tra Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio” conclude il maggiore Bianco.

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