Tema caldo

A Finale un convegno sull’immigrazione “dal Terzo Mondo verso l’Europa”

Il coordinatore e moderatore del Convegno Gabriello Castellazzi ha fatto un'analisi dell'evento

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Foto d'archivio

Finale Ligure. “L’immigrazione dal Terzo Mondo verso l’Europa”. E’ il titolo del dibattito che si è svolto a Finale Ligure con il sindaco Ugo Frascherelli e le valutazioni del Prof. Melotti. Un incontro sul quale il coordinatore e moderatore del convegno Gabriello Castellazzi ha voluto fare un’analisi.

“L’incontro, su uno dei temi più caldi del nostro tempo, è stato purtroppo interrotto dalla pioggia proprio nel momento in cui si ampliava il dibattito all’importante contributo di esperienze dei giovani immigrati dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Ma nel prossimo autunno si troverà il tempo di organizzare un nuovo incontro contando anche sul fatto che il sindaco Ugo Frascherelli, nel suo intervento, ha confermato pieno sostegno allo SPRAR cittadino: ‘Non esitai un secondo ad accettare la proposta di un centro di accoglienza, nella nostra Finale, che mi giunse tramite il suo Coordinatore Roberto De Cia ed oggi la struttura è pienamente operativa,inserita nel contesto cittadino’. Un progetto per istruzione e avviamento al lavoro che dovrebbe essere adottato da tante altre Amministrazioni comunali nella nostra provincia” osserva Castellazzi.

“Molto interessanti gli altri pur sintetici interventi degli ospiti : Stefano Padovano (Criminologo-Università di Genova) e Giovanni Durante (Presidente Cooperativa Arcimedia Onlus). Ma l’intervento più atteso è stato quello del Prof. Umberto Melotti ( Docente di Sociologia politica-Università ‘La Sapienza’ ) già relatore, sullo stesso tema, nel convegno del 1987. Lo studioso ha contribuito nuovamente, con la sua analisi, al dibattito di oggi:
‘In questi trent’anni sono accadute molte cose e sul tema dell’immigrazione si sono verificati alcuni avvenimenti storici decisivi che hanno modificato in modo profondo il contesto culturale mondiale’. L’elenco inizia con la crisi dell’Albania nel 1991, poi la nefasta guerra in Iraq e l’attacco alle torri gemelle, gli attentati di Londra e in Francia nel 2005, la crisi finanziaria del 2008. Quindi la ‘primavera araba’, la crisi curda (con l’apertura della ‘rotta balcanica’). Per l’Italia sono state particolarmente drammatiche le conseguenze della crisi libica e dei conflitti nel centro-Africa, dove l’espansione tragica dell’autoproclamato ‘stato islamico’ ha provocato gravi elementi di instabilità (conseguenti fughe disperate di tante donne, uomini e bambini verso l’Europa). I cambiamenti climatici e la siccità hanno ulteriormente peggiorato le condizioni di vita con fughe disperate verso terre più accoglienti. In questo nuovo contesto ha messo le radici un diffuso senso di paura, ampiamente strumentalizzato da alcune forze politiche” prosegue Castellazzi.

“Il Prof. Melotti ha successivamente approfondito, a margine dell’incontro, il suo pensiero di studioso riguardo al futuro: ‘Il problema è globale e l’Italia da sola non potrà risolvere nulla. I respingimenti verso le coste libiche, programmati oggi, senza un controllo severo delle Nazioni Unite sarebbe una nefandezza, perché i profughi saranno messi nuovamente in quei luoghi di tortura, di stupri e di violenze, drammaticamente descritti da tanti testimoni’. In prospettiva, già per la fine di questo secolo, sarà necessaria una strategia mondiale in previsione di migrazioni, regolate pacificamente, verso territori oggi scarsamente popolati (Australia, Canada, Argentina, ecc.). Nell’attesa di questa azione di carattere globale, anche in presenza di grandi difficoltà nel contrasto ai cambiamenti climatici, si ritengono ancora valide queste sue considerazioni: ‘L’Italia non può certo pensare di diventare un grande paese di immigrazione, come lo sono stati in epoche storiche altri Paesi. Eppure deve saper respingere la tentazione di chiudersi in se stessa, di erigere barriere, di esercitare discriminazioni e segregazioni sul tipo di quelle che hanno dovuto spesso subire i nostri connazionali emigrati all’estero. Questa sfida del mondo moderno esige una grande apertura e una grande disponibilità umana. Una sfida che possiamo e dobbiamo vincere’” conclude il coordinatore e moderatore del Convegno Gabriello Castellazzi.

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