Vita difficile

Finale, la disabile Clara protesta davanti al Comune: show col microfono di fronte ai turisti fotogallery video

Tra i presenti il segretario di una Onlus: "Finale accessibile per il 25%". Il sindaco: "Città storica, non è facile renderla fruibile alle carrozzine"

Finale Ligure. Microfono, mixer, altoparlante, computer portatile e una corda. Questi gli strumenti scelti dalla signora Clara Nanfaro, disabile, per inscenare la sua protesta davanti al Comune di Finale Ligure per la mancanza di un posto auto riservato ai diversamente abili nella frazione di Gorra, vicino alla sua abitazione.

Una battaglia che IVG.it segue da tempo, quella della signora finalese di 54 anni. Clara, vittima di una malattia genetica degenerativa, è disabile all’80% e vive su una sedia a rotelle. La donna non è ancora riuscita ad ottenere un parcheggio riservato sotto casa: secondo il Comune non ne ha diritto, ma lei non si è mai arresa. A suo tempo aveva sollevato il caso anche in un incontro con il Prefetto, e già recentemente era stata protagonista di una forte protesta contro il Comune. E questa mattina è scesa nuovamente in strada, armata di microfono, per sensibilizzare residenti e turisti sulle numerose barriere architettoniche presenti a Finale Ligure e che rendono difficile ogni forma di movimento per quanti sono costretti su una carrozzina.

Di fronte alla battagliera Clara numerosi capannelli di turisti, incuriositi dai toni e dai contenuti della protesta. La donna chiedeva un incontro con il primo cittadino: “Ho ricevuto la signora più di una volta, e sono disposto a riceverla ancora come ricevo tutti – la replica del sindaco Ugo Frascherelli – Della manifestazione di oggi ho saputo attraverso i social network, ma se vuole parlare col sindaco può farlo senza problemi.

Tra i presenti anche Luca Rembado di RuotaAbile, una associazione di Sassuolo che si occupa di ragazzi con malattie neuromuscolari. Che difende Clara solo in parte: “Sono venuto innanzitutto per sentire e capire, perché conoscevo la storia della signora solo tramite i social network. Volevo capire la situazione, però vedendola in questo momento non mi sento di appoggiarla in toto. Capisco le sue problematiche ed è giusto che lei le esponga ma, ripeto, secondo me ci sono modi diversi per farlo”.

La “rabbia” della signora Nanfaro deriva dalla lunga e (al momento) infruttuosa battaglia per avere un parcheggio disabili vicino casa: “Quella secondo me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, sempre a giudicare da quello che ho sentito – afferma Rembado – A parer mio era un suo diritto e doveva forse essere accordato, ma il discorso è sempre quello: va esposto in una certa maniera e con della documentazioni adatte. Ci sono delle percentuali di disabilità sotto le quali purtroppo per legge non si ha diritto al parcheggio, e quindi bisogna anche vedere qual era la sua condizione reale la prima volta che ha presentato la domanda. In questo momento sono sicuro che lei avrebbe bisogno del parcheggio davanti a casa”.

“La signora aveva chiesto un parcheggio nominativo: non le è stato dato non dal sindaco, ma dall’organo competente perché non aveva i requisiti medici – spiega invece Frascherelli – . E’ stato però realizzato un parcheggio disabili in piazza San Bartolomeo, non nominativo, in cui possono parcheggiare anche altri disabili. Non è stato messo sotto casa sua, come lei avrebbe auspicato, perché il parcheggio disabili ha dimensioni più ampie di uno ordinario e quello in piazza era l’unico spazio adatto per realizzarlo”.

In ogni caso, spiega Rembado, la situazione delle barriere architettoniche a Finale è critica. “Se dobbiamo stimare una ‘percentuale di accessibilità’ siamo intorno al 20-25% – afferma – Ci sono tante piccole migliorie da fare, che secondo me si possono fare anche senza impegnare capitali importanti. Il discorso della signora Clara è giusto di base, ma ripeto secondo me è sbagliato il modo in cui viene portato avanti: ritengo si potesse operare in maniera diversa, un po’ pù pacata, perché partire all’attacco non porta mai da nessuna parte”.

“Certo, la situazione è difficile – ammette il sindaco – e non da oggi, anche in conseguenza dell’importanza storica di questa città. Abbiamo dei centri che risalgono al Rinascimento e al Medioevo, ballati storici che non possono certamente essere eliminati ma che sono indubbiamente un ostacolo per chi è diversamente abile. Qualcosa in questi anni è stato fatto e qualcosa si sta facendo, con interventi a Finalpia e Finalborgo, ed abbiamo degli investimenti per ascensori per la Sala Gallesio e per quella delle Udienze”.

“Non è che non ci stiamo pensando – conclude Frascherelli – certo però che rendere di colpo tutto il territorio comunale accessibile anche ai diversamente abili è difficile, ma lo sarebbe in tutte le bellissime e storiche città italiane. E poi noi abbiamo le montagne, siamo ‘schiacciati’ sul mare con salite e discese che evidentemente per chi è in carrozzina rappresentano un problema”.

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