Simbolo del mare

Il Faro di Capo Mele conquista anche l’ammiraglio Giorgio Lazio fotogallery

Un punto di riferimento importante per pescherecci, yacht e navi in transito controllato da Rino Gibilaro

Andora. Dal 1856 il faro di Capo Mele, costruito dal Genio Civile, è un importante punto di riferimento per pescatori, skipper e anche navi in transito, nonostante l’avvento di sistemi satellitari e di nuove tecnologie per migliorare la navigazione.

Ma quel faro resta un simbolo per tutta la Riviera dove abita e lavora Rino Gibilaro. In questi giorni il “guardiano del faro” tra Andora e Laigueglia ha ricevuto una visita importante, quella dell’Ammiraglio di Divisione Giorgio Lazio, comandante di Marina Nord. Un incontro assolutamente gradito che ha impreziosito ulteriormente l’attività del faro sul promontorio della Baia del Sole.

Il faro, come detto, è tuttora presidiato ed è gestito dal Comando di Zona Fari della Marina Militare con sede nella Spezia (che tra l’altro si occupa di tutti i fari dell’Alto Tirreno). La Marina Militare si occupa della gestione di tutti i fari (di cui 128 d’altura) sugli 8.000 km circa di coste italiane dal 1910, avvalendosi sia di tecnici militari che civili. Una struttura che ha sempre mantenuto intatta la sua architettura. E’ stato modificato il colore dell’intonacatura esterna dell’edificio, passando dal giallo al rosso.

E non mancano le curiosità: la lampada ha funzionato a petrolio fino al 1909, data in cui si è passato all’alimentazione ad acetilene a produzione diretta con tre gruppi di luci. Nel 1936 si passò da impianto a produzione diretta ad impianto ad acetilene disciolto.

Nel 1953 sono stati eseguiti alcuni lavori edili nella parte retrostante, al fine di ricavare nuovi locali igienici. Come molti altri fari italiani, anche questo faro ha subito, durante il secondo conflitto mondiale, ingenti danni i quali vennero riparati nel 1947-48. Il 1949 invece ha segnato la sua elettrificazione consentendogli di essere classificato Faro aeromarittimo. Il faro di Capo Mele è installato in cima ad una torre a pianta circolare in muratura alta 25 metri il cui diametro all’altezza della lanterna è di 3,82 m. Sulla sommità si trova la lanterna originale dodecagonale a tre corsi di vetri piani, raggiungibile tramite una scala di 74 gradini. Adiacente alla torre, il fabbricato in muratura di tre piani che ospita il guardiano.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.