Punto di vista

Abolizione vitalizi, Giacobbe (Pd): “Giusto non sottrarsi alla richiesta di equità dei cittadini”

La deputata Pd osserva: "Si sarebbe dovuto e potuto farlo diversamente: con più coraggio e senza l'ideologia del ricalcolo"

Anna Giacobbe
Foto d'archivio

Savona. “I parlamentari devono avere un trattamento di pensione come gli altri cittadini italiani. Molto è stato fatto nel 2011: i vitalizi sono stati aboliti, è cambiato il sistema di calcolo e l’età di pensionamento. Poi la legge ‘Fornero’ ha cambiato le condizioni di tutti i lavoratori e lavoratrici, in peggio, creando di nuovo una distanza.
Anche questo è motivo di sfiducia verso chi sta in Parlamento: alle persone si deve una risposta. Quella riposta riguarda le nostre pensioni ed anche e soprattutto le loro.
In questi anni, abbiamo fatto un lavoro impegnativo, non scontato, per realizzare almeno una riduzione del danno per lavoratori e pensionati che hanno patito l’ingiustizia di un intervento sulle pensioni molto pesante, e per porre le basi di una revisione profonda delle norme previdenziali”. Inizia così la riflessione di Anna Giacobbe, deputata Pd, sull’approvazione alla Camera della proposta di legge sulle pensioni dei parlamentari

“Sulle pensioni dei parlamentari è giusto intervenire ancora. Avevo presentato due anni fa una proposta di legge per portare all’INPS le posizioni di chi è in carica (cioè: i parlamentari davvero come tutti), e per tagliare i vitalizi in essere applicando un contributo di solidarietà oltre un certo importato della somma tra vitalizi e pensione di ciascuno” prosegue Giacobbe.

“La strada imboccata con l’approvazione della proposta di legge Richetti è stata un’altra, meno coraggiosa per certi versi; ma soprattutto fondata su un argomento, che, al di là di altri contenuti, rappresenta un punto di dissenso forte: non riguarda i parlamentari, ma i rischi che si possono aprire per tutti i lavoratori e pensionati: il ricalcolo dei trattamenti già liquidati, utilizzando il metodo contributivo. Delle due l’una: o sarà possibile dimostrare che non è legittimo, e allora sarebbe meglio usare altri strumenti; oppure si aprirebbe potenzialmente un problema per tutti: il ricalcolo delle pensioni in essere metterebbe in discussione anche il valor della pensione di chi ha avuto, ad esempio, una ‘carriera’ da apprendista sino a capo reparto; oltre alle pensioni di molti lavatori autonomi, in gran parte, per il passato, non correlate a contribuzione effettivamente versata” aggiunge la deputata del Pd.

“Non ho votato l’articolo che prevede il ricalcolo dei vitalizi in essere. Ho votato il provvedimento perché, al di là della disciplina di gruppo, il segno che dobbiamo dare è che non ci sottraiamo alla richiesta di equità dei cittadini. Si sarebbe dovuto e potuto farlo diversamente: con più coraggio e senza l’ideologia del ricalcolo come strumento di equità, usando altri modi per tagliare il troppo a chi ha troppo: si poteva certamente fare in altro modo” conclude Anna Giacobbe.

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