Tovo San Giacomo. L’arrivo di alcuni profughi in una zona residenziale e densamente popolata, un gruppo di cittadini a dir poco inferociti che sfoga tutta la propria rabbia nell’assemblea pubblica organizzata dall’amministrazione comunale e un sindaco intenzionato ad essere il più trasparente possibile eppure ricoperto di insulti.
Era a dir poco elettrica l’atmosfera che si respirava ieri sera durante l’incontro tra l’amministrazione comunale di Tovo San Giacomo guidata dal sindaco Alessandro Oddo ed i residenti di via Giorni Santarò, dove nei prossimi giorni “aprirà i battenti” un Centro di Accoglienza Straordinario in cui troveranno spazio diversi richiedenti asilo.
Il Cas verrà allestito all’interno di una palazzina composta da diversi appartamenti e di proprietà di un privato, che l’ha messa a disposizione delle istituzioni per l’accoglienza dei richiedenti asilo. In tutto, a Tovo potranno essere accolti al massimo 15 profughi provenienti da altri centri di accoglienza del territorio.
All’incontro di ieri sera, voluto dal Comune, erano presenti i consiglieri comunali, i rappresentanti della cooperativa “Il Faggio” che gestirà il Cas, le associazioni del territorio (pro loco, Aib, confraternita di San Carlo, scout, associazione “Insieme Val Maremola”) e i due parroci, don Alessio e don Pier Ludovico.
Dal punto di vista del sindaco, l’obiettivo della serata era principalmente quello di informare i cittadini circa il prossimo arrivo dei profughi, notizia arrivata allo stesso Comune pochissimi giorni fa: “La prefettura ci ha confermato l’arrivo dei richiedenti asilo solo giovedì scorso – spiega Oddo – Noi, in maniera molto responsabile, abbiamo voluto organizzare questa serata per dare ai nostri concittadini, comprensibilmente preoccupati, un’occasione per essere informati con precisione circa i fatti e lo stato delle cose”.
Purtroppo, però, il clima si è presto scaldato: “Per colpa di alcuni facinorosi (che tra l’altro non hanno mancato di rivolgermi pesanti insulti) questa possibilità di confronto non c’è stata. Ci è stato impedito di dare informazioni a quanti le richiedevano, è stato impedito alla cooperativa di illustrare il progetto e anche tutti gli altri presenti che hanno tentato di intervenire dicendo cose diverse rispetto ai facinorosi sono state assalite verbalmente”.
“Personalmente – prosegue il sindaco – comprendo e condivido le preoccupazioni dei residenti di via Giorni Santarò. Tutte le istanze e le richieste che ci sono arrivate ieri sera sono già state inoltrate agli uffici di competenza e alla prefettura. Ma ci tengo a sottolineare un concetto. L’istituzione di questo Cas è stata imposta dalla prefettura e subita dal nostro Comune. Pur non avendo competenza su questa pratica, la nostra amministrazione ha cercato di comportarsi in maniera più trasparente possibile. Tovo San Giacomo, tra l’altro, è uno degli ultimi comuni della nostra zona ad accogliere richiedenti asilo sul proprio territorio”.
La notizia del prossimo arrivo dei richiedenti asilo ha scatenato le reazioni più diverse. Alcune di queste (per ora solo a parole) sono anche molto estreme: qualcuno, ad esempio, si è detto pronto ad alzare una sorta di “muro” per evitare che i profughi possano passare. “Alla serata di ieri sera hanno partecipato persone maggiorenni e come tali risponderanno di ciò che dicono e fanno”, commenta ancora Oddo.
“All’incontro di ieri sera c’erano persone spaventate che ci hanno espresso i loro timori. Dal canto nostro, ciò che abbiamo potuto fare è stato accogliere le richieste che ci sono arrivate in ambito di sicurezza e presidio del territorio. Richieste che abbiamo già inoltrato agli uffici competenti e alla prefettura. Purtroppo ieri sera non tutti sono potuti intervenire perché altri hanno monopolizzato quasi interamente la serata”.
Nonostante le occasioni di incontro mancate, il Comune continua il suo lavoro cercando di “favorire” l’integrazione dei nuovi ospiti: “Questa mattina – conferma Oddo – ho incontrato un’associazione del territorio che sta elaborando un progetto, da sottoporre a ‘Il Faggio’, per far sì che i richiedenti asilo siano integrati in un percorso di attività da svolgere sul territorio. E’ quello a cui stiamo lavorando: creare un progetto che faccia bene ai richiedenti asilo ma anche e soprattutto a Tovo e ai suo cittadini”.