La scuola che vorrei

“Come sta la tua scuola?”: quattro chiacchere con gli alunni del ‘Giordano Bruno’ di Albenga

L'istituto non è ancora pronto a tante iscrizioni e la didattica è discreta

Liceo Bruno Scientifico Albenga

Albenga. “Come descriveresti la tua scuola?”, “cosa miglioreresti del tuo edificio scolastico e della sua didattica?”, “ti ritieni soddisfatto della scelta di questo istituto?”. Abbiamo posto queste domande ad alcuni studenti delle superiori del ponente savonese per capire cosa pensano dei loro istituti. Perché l’anno scolastico è finito da poco ma i problemi no, anzi! Iniziamo oggi da quelli del Liceo “Giordano Bruno”: ecco quali sono state le loro risposte.

Maria (nome di fantasia, ha chiesto di rimanere anonima) frequenta la classe 4a dell’indirizzo Classico e ritiene l’edificio della sua scuola “piuttosto vecchio, suggerirei ristrutturazioni interne, non è possibile che manchi l’infermeria all’interno della sede di via Dante”. La didattica, secondo Maria, è “ottima, i nostri professori ci danno una preparazione adatta all’università e al mondo del lavoro, anche se farei molte più lezioni con la lavagna multimediale o al computer”. L’istituto è ben organizzato “eccetto per le gite scolastiche: la mia classe ha partecipato ad un solo viaggio di istruzione in quattro anni. Non è importante il luogo ma il viaggio d’istruzione, bisogna lasciare un bel ricordo agli studenti”. In generale il suo voto alla scuola è discreto: “7”.

Giulia Revello è al 1° anno dell’indirizzo Sportivo e ritiene la sua scuola “da ristrutturare e svecchiare: alcune parti non funzionano più bene, come l’impianto di riscaldamento, e ci sono muri scrostati e attrezzi dei laboratori inutilizzabili. Andrebbe migliorato l’accesso dall’esterno, ora problematico per gli studenti in carrozzina a causa delle scale”.

“Inoltre – continua – installerei armadietti personali per riporre in sicurezza i libri, attrezzature da ginnastica e cartelline specialmente per gli alunni dell’Artistico e dello Sportivo. Darei la possibilità di fare la doccia dopo la lezione di educazione fisica e cercherei di migliorare le palestre: devo camminare una decina di minuti per andare al Palamarco, tempo perso dalla lezione di ginnastica, materia importante nel mio indirizzo di studi”.

Per quanto riguarda la didattica “insegnerei utilizzando molto più spesso laboratori o strumenti tecnologici che facilitano la comprensione e la memorizzazione degli argomenti – dice – cercherei di incrementare il dibattito e i lavori di gruppo”. Per il momento Giulia si ritiene soddisfatta della sua scelta di studi ma valuta il suo istituto con un “5”.

Infine Julia Ruggieri studia al 4^ anno dell’indirizzo Classico. “La mia scuola è stata costruita quando c’era ancora Mussolini, ha tutti i pregi e i difetti di una scuola di quell’epoca: ha il ‘fascino’ di un lager tedesco – ironizza – ma almeno le fondamenta reggono”. La didattica è quella di una scuola statale, niente di più, niente di meno: “È stimolante e prepara molto bene al mondo del lavoro ma siamo sottoposti a livelli di stress disumani!”.

“Del mio istituto migliorerei tutto – prosegue – dal colore delle pareti ai bagni, spesso non agibili, dal tetto alle finestre, e in più servirebbe lo stucco per coprire i buchi nei muri e il silicone alle porte”. Dal punto di vista didattico, invece, “obbligherei i professori a fare corsi di aggiornamento sull’informatica e userei volentieri lavagne interattive multimediali. Do un 7,5 ai laboratori perché ricchi di materiale”.

In generale la scuola “è molto disorganizzata, i professori non sanno più dove metterci, nell’ultimo anno siamo aumentati tantissimo e il liceo non era pronto a questo tipo di affluenza. Alcune classi studiano persino negli sgabuzzini! Alcuni docenti della mia classe provano a valorizzarci ma la maggior parte pensa che siamo in troppi e punta sui cavalli vincenti”, conclude Julia.

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