La preoccupazione

Nuova legge sui “compro oro”, Confartigianato: “Colpiti anche gli orafi artigiani”

Si chiede che venga riconosciuta la netta distinzione tra le due categorie: "Messi in difficoltà da quella che doveva essere una positiva legge sull’antiriciclaggio"

orafo
Foto d'archivio

Liguria. “In Italia non si conoscono mezze misure. O tutto o niente, verrebbe da dire, di fronte al nuovo decreto legislativo varato dal governo il 24 maggio scorso, che impone precise regole all’attività dei cosiddetti ‘compro oro’. L’obiettivo della norma, condiviso da Confartigianato, è il controllo del settore per combattere pratiche illegali e rischi di riciclaggio. Ma la legge ha ecceduto, includendo anche gli orafi artigiani tra i soggetti che devono rispettare i rigorosi obblighi imposti a chi svolge soltanto attività di compravendita di metalli e oggetti preziosi”. A sollevare il problema è il segretario di Confartigianato Liguria Luca Costi.

“Durante il dibattito parlamentare che ha preceduto l’emanazione del decreto, Confartigianato ha chiesto a Camera e Senato che la normativa non caricasse di nuova burocrazia gli orafi artigiani che svolgono attività di compravendita di oro usato soltanto in forma marginale e occasionale: una posizione accolta e condivisa dalle Commissioni di entrambe le Camere. Ma alla fine ha prevalso la linea dura e il nuovo decreto assesta un brutto colpo al settore dell’oreficeria artigiana” proseguono da Confartigianato Liguria.

“Siamo profondamente delusi – aggiunge Luca Costi – perché in Parlamento abbiamo abbondantemente motivato le richieste di distinzione all’interno delle categorie merceologiche. Con questa legge, dietro un’ottima finalità, in realtà si raggiunge l’effetto opposto. Quella che era una legge positiva dedicata all’antiriciclaggio rischia invece di mettere in gravissima difficoltà gli operatori economici del settore, penalizzandoli fortemente nella loro attività”.

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