Savona. L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) ha promosso il primo Festival dello Sviluppo Sostenibile, una grande manifestazione di sensibilizzazione ed elaborazione culturale-politica, diffusa su tutto il territorio nazionale, che si è tenuta anche a Savona, al Campus Universitario, nella mattinata di oggi.
Il festival ha rappresentato il principale contributo italiano alla Settimana europea dello sviluppo sostenibile (Esdw) e si è svolto nell’arco di 17 giorni, dal 22 maggio al 7 giugno, durante i quali si sono tenuti oltre 200 eventi per richiamare l’attenzione sull’agenda 2030 delle Nazioni Unite e sui 17 obiettivi di sviluppo sostenibile Sustainable Development Goals ) in essa contenuti.
In ragione del loro potenziale d’influenza sulla sostenibilità ambientale, le Università sono chiamate a promuovere nuovi meccanismi di governance, orientando in modo coerente i processi decisionali interni, l’allocazione delle risorse, la riprogettazione organizzativa, il sistema degli incentivi per la didattica e la ricerca, l’accountability verso i territori, i governi nazionali e la comunità internazionale.
L’Università degli Studi di Genova si propone come un “Living Lab” della sostenibilità in grado di dialogare con il territorio, producendo valore e innovazione e facilitando così lo sviluppo economico e del lavoro. Per tale motivazione la Commissione di Ateneo per la Sostenibilità Ambientale ha deciso di aderire al Festival dello Sviluppo Sostenibile proponendo il workshop.

“La nostra amministrazione comunale è attenta e sta lavorando accanto al campus da parecchi mesi sul tema della sostenibilità – dice la sindaca di Savona Ilaria Caprioglio – Stiamo lavorando per essere la prima città europea che partecipa ad un progetto molto importante e ambizioso, nato negli Stati Uniti, che prevede la mappatura dei consumi e la sosteniblità da un punto energetico, urbanistico e ambientale”.
“Il tema dello sviluppo sostenibile è molto attuale per questa provincia – è invece il commento della presidente della Provincia Monica Giuliano – Ci sono tre filoni su cui gli Enti Locali, in sinergia con l’Università di Genova, si dovrà sviluppare una strategicità. Il primo riguarda la riconversione delle ex aree industriai: siamo in una fase di definizione di nuova attvità e sostenibilità ambientale ed economica devobo andare di pari passo per permettere un rilancio che tenga conto dell’innovazione tecnologica che si può e si deve inserire in queste aree potenzialmente di sviluppo. Il secondo filone è il porto, una delle prime realtà in crescita in questa provincia: le innovazioni tecnologiche da portare in banchina sono un’altra occasione di sviluppo. L’ultimo filone è il ciclo dei rifiuti: questa provincia ha fatto un grande passo avanti perché nel giro di un paio d’anni si è sviluppata una raccolta differenziata che è partita dal 30-35% mentre oggi in alcuni comuni abbiamo superato il 70% e mediamente il 50%, anche di recupero di parti dei rifiuti. Mancano ancora gli impianti necessari per avere anche la cosiddetta sostenibilità economica, nel senso che si potenzia la raccolta differenziata e si fa un grande investimento per il miglioramento ambientale del nostro territorio ma dobbiamo anche avere gli impianti che ci permettano di recuperare senza spendere soldi per portare i nostri rifiuti in altre regioni”.
“Credo che l’urgenza sia che gli enti territoriali propongano soluzioni puntuali e concrete e l’Assemblea dei Sindaci abbia fatto un lavoro importante in questa direzione. Lo dimostrano i risultati conseguiti nell’ultimo anno rispetto alla differenziazione, al recupero e alle modalità di raccolta”, conclude Giuliano.

“L’Università di per sè è una piccola-media azienda che ha un impatto sull’ambiente e sul territorio – dichiara Adriana Del Borghi, professoressa associata e referente per la sostenibilità dell’ateneo – La sostenibilità comprende diverse voci, dall’energia, che produce l’impatto principale, alla produzione di rifiuti da parte di studenti, docenti e amministrativi che in tutto si aggirano sulle 30-40 mila persone all’anno. Tuttavia l’università ha al suo interno persone e istituzioni con le competenze sulla sostenibilità necessarie per ridurre questo impatto.
Lo scopo del convegno di oggi era mettere in contatto sempre di più il campus di Savona e l’università nella sua totalità con le imprese e le istituzioni territoriali. Per me è stata una piacevole conferma il fatto che le aziende siano più attente a questi temi, perché la sostenibilità, come diceva il responsabile Sostenibilità di Enel, non è un vezzo ma un business con cui si fatturerà di più negli anni prossimi. È un cambio di paradigma culturale e aziendale che può solo fare bene al territorio e a tutti noi”.
“La nostra Università e in particolare il campus di Savona stanno puntando molto sulla sostenibilità non solo come attività formativa e di ricerca ma anche come possibile volano economico del territorio. Riteniamo che il tema della sostenibilità a 360 gradi sull’energia, sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, può caratterizzare il territorio ligure e portare sviluppo e quindi stiamo investendo molto su questo – afferma invece Federico Delfino, docente di Sistemi Elettrici per l’Energia e Power Systems Engineering & Economics presso la Scuola Politecnica dell’Università degli Studi di Genova – Nel campus abbiamo realizzato una rete energetica intelligente che alimenta con fonti rinnovabili i nostri carichi elettrici e termici e stiamo collaudando la prima palazzina connessa ad una rete nazionale di geotermia ad emissioni zero. realizzata con il contributo del Ministero dell’Ambiente. Sono infrastrutture di ricerca che ci permettono di testare nel nostro campus quella che è la vera smart city”.