Nel mirino

“Savonesi, vi eliminerei dalla cartina geografica e non solo”: il post che fa infuriare la città

A scriverlo una donna originaria di Napoli e trasferita sotto la Torretta per lavoro: scatta il mail bombing dei savonesi che ne chiedono l'allontanamento

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Savona. “A Savona sulle spiagge è vietato fumare, è vietato giocare, è vietato stare in riva al mare, è vietato portare i cani, è vietato prendere il sole, è vietato fare il bagno… Io vi eliminerei dalla cartina geografica!!! E non solo…“. Eccolo, il post che da ieri sta facendo indignare una città. Nell’epoca dei social accade anche questo: che uno sfogo pubblico nella “piazza virtuale” possa causare una levata di scudi trasversale, tra una pubblica reprimenda di un assessore in carica ed una proposta di “mail bombing” all’azienda per cui l’autrice del post lavora, con la richiesta del suo “allontanamento immediato” dalla città.

A scrivere quelle parole una residente, originaria di Napoli ma trasferita sotto la Torretta per lavoro. Il 2 maggio decide di commentare sul proprio profilo Facebook un’intervista rilasciata dal presidente provinciale del Sindacato Italiano Balneari, Enrico Schiappapietra, nella quale si illustra il progetto “Respiriamo il mare” (a cui a Savona hanno aderito i Bagni Sant’Antonio, leggi l’articolo) e la possibilità che dal 2018 il divieto di fumare sotto l’ombrellone riguardi tutte le spiagge liguri.

La donna, evidentemente contrariata, scrive dunque sul proprio profilo il commento incriminato, nel quale unisce la notizia delle spiagge “smoke-free” all’assenza di una spiaggia per cani a Savona, con un pizzico della “leggendaria” scarsa tolleranza nostrana per i turisti. Un post teoricamente come altri mille, solo che quelle ultime parole, “Io vi eliminerei dalla cartina geografica”, fanno indignare qualche amico che si ritrova il messaggio in bacheca.

Da qui inizia una discussione a colpi di commenti, complice il fatto che il post sia pubblico (e quindi visibile anche a chi non ha “l’amicizia” con l’autrice). “Se non le piace qui può andare anche altrove”, è il concetto di tanti. La donna replica, i toni si scaldano, e lei firma un secondo messaggio durissimo: “Restate chiusi nella vostra ignoranza… ne guadagneranno i vostri figli”. Apriti cielo. I savonesi si sentono insultati, interviene anche l’assessore Maurizio Scaramuzza: “Credo sia il caso che lei chieda scusa ai savonesi. Un conto è criticare, un conto è ‘minacciare’… ognuno si prende le responsabilità di ciò che scrive. Buona permanenza (spero breve per lei e per noi) a Savona”.

Qualcuno trascende, va ad analizzare il profilo, scopre che la donna è di Napoli e partono le offese. Lei rincara: “Le vostre affermazioni confermano il vostro grado culturale”. Alla fine la donna cancella il post, ma ormai il “danno” è fatto: qualcuno ha salvato le immagini della conversazione, e le diffonde sul gruppo Facebook “Savona E’!” dove la discussione prosegue. Lei ovviamente non partecipa, ma gli animi ormai sono bollenti anche perché l’autrice non è una “semplice” residente, ma ricopre la carica di direttrice amministrativa presso una residenza per anziani della città.

E così, tra un “Speriamo se ne vada presto” e un “basterebbe licenziarla e dare il suo posto a un savonese”, arriva la proposta: sommergere di mail l’azienda per pretendere “l’immediato allontanamento” della donna “dalla città che denigra”. Mentre l’assessore Scaramuzza dichiara battaglia: “È una vergogna – tuona – mi sono permesso di intervenire ma vi assicuro che segnalerò al più presto la situazione“.

Nell’epoca dei social anche un semplice post può mettere a rischio un posto di lavoro. E pazienza se in molti altri messaggi prima di oggi la donna dimostra di apprezzare la riviera, con immagini della Darsena o della spiaggia assolata: i savonesi, ormai, vogliono la sua testa.

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