Operazione antidroga

Savona, spaccio di cocaina in piazzale Moroni: in manette 45enne

La polizia lo monitorava da una quindicina di giorni, sequestrati 40 grammi di droga: parte dello stupefacente era nascosto in una livella da muratore

droga Yilli mema

Savona. Si è conclusa con un arresto ed il sequestro di una quarantina di grammi di cocaina e 5250 euro in contanti l’ultima operazione antidroga della squadra mobile della questura di Savona. In manette è finito un quarantacinquenne albanese, Ylli Mema, residente nella zona di piazzale Moroni e regolare in Italia (aveva un permesso di soggiorno di lungo periodo) e con qualche precedente non specifico, che ora dovrà rispondere delle accuse di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dal vice questore aggiunto Rosalba Garello, Mema da qualche tempo aveva messo in piedi un’attività di spaccio di cocaina. Tra i suoi clienti c’erano consumatori, ma anche altri pusher visto che, in alcuni casi, cedeva quantitativi di droga più ingenti.

L’arresto dell’albanese ha preso le mosse da un servizio di osservazione iniziato una quindicina di giorni fa durante il quale i poliziotti della squadra mobile hanno monitorato diversi incontri dello straniero con noti tossicodipendenti e pregiudicati savonesi proprio nella zona di piazzale Moroni. Quasi sempre Mema dava appuntamento ai clienti sulla sua auto: la conversazione durava pochi minuti, il tempo di scambiarsi soldi e droga, e poi ognuno riprendeva la propria strada.

Ieri, durante l’ennesimo servizio di osservazione, è scattato il blitz della polizia. Lo straniero è stato fermato mentre era in auto e perquisito. Nella tasca laterale della portiera gli agenti hanno trovato due dosi da un grammo l’una di cocaina e 5250 euro (ritenuti il guadagno dell’attività illceita) arrotolati vicino allo stupefacente. A quel punto è scattata una perquisizione domiciliare che ha permesso di ritrovare altra polvere bianca.

Venti grammi di cocaina ancora da tagliare erano custoditi nella tasca di una giacca, mentre altre quindici dosi sono state trovate nascoste all’interno di una livella da muratore (ad ispospettire i poliziotti è stato il fatto che Mema avesse molti attrezzi da lavoro in uno sgabuzzino pur non svolgendo nessuna attività edile). Infine, in cucina, gli agenti hanno trovato il materiale per il confezionamento delle dosi: la sostanza da taglio e un bilancino di precisione. Gli investigatori hanno anche sequestrato il telefonino dell’albanese dove, presumibilmente, ci sono i contatti dei suoi acquirenti.

Yilli Mema, dopo l’arresto, è stato accompagnato nel carcere di Genova Marassi in attesa dell’interrogatorio di convalida dell’arresto che sarà fissato davanti al gip Maurizio Picozzi.

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