Maggioranza dei voti

Regione, approvata in commissione la nuova legge sulle case popolari

Approderà lunedì 29 maggio in consiglio regionale per l’approvazione definitiva

Regione Liguria

Regione. Si è concluso questa mattina, in IV commissione consiliare, con l’approvazione da parte della maggioranza, l’iter della legge 10 del 2004 di riforma dell’edilizia popolare e dei criteri per l’assegnazione degli alloggi. Il testo è stato licenziato con i voti favorevoli del centrodestra e quelli contrari dell’intera opposizione consiliare (Pd, Movimento 5 Stelle, Rete a Sinistra e LiberaMENTE Liguria).

Parere positivo è stato espresso dall’Associazione Padri separati che ha manifestato il suo apprezzamento per le modifiche introdotte che, per la prima volta, prevedono interventi significativi verso situazioni complesse che hanno visto molte persone in situazioni di difficoltà.

“Sono molto soddisfatto per l’approvazione in Commissione della riforma sull’edilizia residenziale pubblica – ha sottolineato l’assessore Marco Scajola – e anche per l’apprezzamento ricevuto dall’Associazione Padri separati che hanno chiaramente riconosciuto e compreso la volontà dell’Amministrazione Toti, attraverso il testo di legge, di affrontare finalmente determinati problemi da troppo tempo trascurati. Adesso andremo in consiglio regionale per l’approvazione di una norma che darà ai liguri e alle persone in gravi difficoltà una norma che si occupa di loro e che li pone al centro delle politiche regionali”.

Soddisfatto anche il presidente della commissione, Andrea Costa (Gruppo Misto-Liguria Popolare): “Si tratta di un testo che introduce profonde novità sui criteri per l’assegnazione degli alloggi di edilizia popolare che, tenendo conto del mutamento sociale di questi ultimi anni e dell’insorgere di nuove povertà, senz’altro andranno incontro a chi maggiormente ha necessità di una casa e non è nelle condizioni di soddisfare la sua esigenza sul mercato privato” dice il consigliere, sottolineando che, pur continuando a garantire il 50 per cento degli alloggi in virtù del bassissimo reddito (Isee), si fa un ulteriore passo in avanti individuando categorie sociali a cui assegnare gli alloggi disponibili. Si tratta, in particolare, di nuclei familiari al di sotto della soglia di povertà assoluta: anziani ultrasessantacinquenni, nuclei familiari con soggetti disabili o malati terminali, giovani coppie di età non superiore ai 35 anni con figli, appartenenti alle Forze dell’Ordine, nuclei familiari soggetti a procedure esecutive di rilascio, genitori separati o divorziati, persone sole con minori.

“In particolare – spiega il presidente della Commissione – può ottenere l’alloggio anche un coniuge separato o divorziato, proprietario di un’abitazione ma che, a seguito di decisione giudiziale, non ha più la disponibilità dell’alloggio. Occorre tenere conto di queste determinate situazioni che possono generare profondo disagio e nuove povertà” dice il consigliere, precisando anche come i nuovi criteri di assegnazione privilegino il concetto della radicalizzazione sul territorio regionale dei richiedenti. In particolare è richiesto per gli stranieri il soggiorno regolare decennale sul territorio nazionale e per tutti la residenza quinquennale anagraficamente accertata in regione.

Costa sottolinea che si prevede la vendita di immobili di pregio o inseriti in contesti di pregio, compresi nel patrimonio Erp, ma inutilizzati. “Il ricavato – spiega – sarà utilizzato in programmi di costruzione, acquisto o recupero di alloggi pubblici, al fine di ampliare l’offerta a canone sociale”.

Il consigliere puntualizza, infine, che è stata inserita la temporaneità del rapporto di assegnazione nell’alloggio pubblico, fissato ad otto anni. Alla scadenza, la verifica sull’ISEE determina la possibilità di rinnovo per uguale periodo dell’atto convenzionale. Il nuovo regime è da subito operativo per i nuovi contratti, mentre per quelli in essere opererà dal 1° settembre 2019.

La legge approderà lunedì 29 maggio in consiglio regionale per l’approvazione definitiva. Relatori di maggioranza saranno lo stesso Costa ed i consiglieri Lilli Lauro (Giovanni Toti Liguria) e Stefania Pucciarelli (Lega Nord Liguria-Salvini). Relatori di minoranza: Francesco Battistini (Rete a Sinistra & Libera-MENTE Liguria), Andrea Melis (Movimento 5 Stelle), Raffaella Paita e Giovanni Lunardon del Pd.

Il MoVimento 5 Stelle ha votato contro al disegno di legge e presenterà una serie di emendamenti correttivi al testo in vista del passaggio in Consiglio regionale. “Col nostro voto contrario di oggi – spiega Melis – abbiamo ribadito tutte le nostre perplessità su un Ddl che mira unicamente a rimettere a posto i conti delle varie Arte liguri, senza riuscirci, e senza, di fatto, aumentare il numero di alloggi di edilizia residenziale pubblica di cui c’è un forte bisogno in questo momento di crisi. Se l’obiettivo doveva essere risanare i conti e dare una risposta ai liguri in difficoltà, il Ddl Toti e Scajola rappresenta una doppia occasione sprecata.”

“Ad oggi, manca completamente una normativa unitaria a livello nazionale in materia di edilizia popolare e serve al più presto un riordino del settore. Un disordine a cui anche la Regione Liguria contribuisce con quest’ennesimo provvedimento isolato che non risolve nessuno dei principali nodi attuali e, anzi, ne crea di ulteriori: la possibilità di sublocare parte degli appartamenti rischia di creare nuove situazioni di degrado e potenzialmente fuori controllo. Un aspetto su cui interverremo in Aula con un emendamento ad hoc. Con un altro emendamento interverremo sulla modalità di assegnazione dei bandi con la possibilità di accesso per il 50% a chi si trova al di sotto della soglia di povertà e il restante a soggetti o nuclei in condizioni sociali disagiate da definirsi con un’apposita delibera. Tra le priorità, anche l’aumento del fondo locazioni e dei fondi dedicati agli inquilini morosi incolpevoli, i cui contributi negli ultimi anni sono crollati in Liguria, alimentando un disagio abitativo e sociale ormai a livelli allarmanti, come avevamo già denunciato nel febbraio scorso.”

“Dalla Regione ci attendiamo maggiore incisività negli accordi nei comuni liguri ad alta tensione abitativa, al fine di fornire più opzioni di alloggi a canoni calmierati. Manca poi un vero piano di investimenti sia per il riordino degli alloggi disponibili ma che necessitano di manutenzione, sia per nuovi alloggi soprattutto non in luoghi periferici – conclude Melis – Insomma, siamo di fronte a un provvedimento pasticciato e poco incisivo che fa pochissimo per venire incontro ai liguri disagiati e in difficoltà e rischia di rivelarsi una medicina addirittura peggiore del male.”

“La battaglia del Pd contro la pessima legge sull’edilizia popolare della Giunta Toti continua in Consiglio regionale. Oggi, infatti, la maggioranza ha dato l’ok in commissione a questo provvedimento che, come hanno confermato tutte le associazioni degli inquilini, resta profondamente negativo – afferma il gruppo Pd in Regione -. Tra le criticità della legge spicca, senza dubbio, la norma che rischia di mandare in mezzo alla strada centinaia di famiglie che già vivono in un alloggio popolare”.

“Il reddito dei figli, infatti, grazie alla Giunta Toti-Scajola, d’ora in poi, farà cumulo sull’Isee (la legge che aveva varato il centrosinistra invece non lo conteggiava per dieci anni) e quindi, con le nuove norme, basteranno due anni per venire sfrattati, senza neppure essere trasferiti in un appartamento a canone moderato. Scajola ha provato a sostenere che si tratta di una legge nazionale, ma visto che le bugie hanno le gambe corte, insieme alle stesse associazioni degli inquilini, abbiamo smentito l’assessore”.

“Le modifiche proposte dal Pd e accolte dalla Giunta in un ordine del giorno su proposta del consigliere Juri Michelucci, invece, sono due. La prima offre la possibilità, a chi vive in case a canone moderato e si trova in compravate difficoltà economiche, di partecipare ai bandi per gli alloggi Erp, cosa che prima non era possibile. La seconda riguarda la soglia per la ristrutturazione degli alloggi a carico degli inquilini, che, in alcune realtà, risulta troppo bassa. Adesso si valuterà caso per caso, sia sulla base della disponibilità del patrimonio immobiliare esistente, sia in merito alle possibilità degli inquilini stessi. In questo modo le assegnazioni degli alloggi di risulta potranno avvenire più rapidamente” conclude il gruppo Pd in Regione.

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