Savona. Sono stati interrogati tutti questa mattina i quattro pusher finiti in manette nei giorni scorsi a Cairo Montenotte, Savona e Toirano. A decidere sulla convalida dei loro arresti è stato il gip Maurizio Picozzi.
Tre di loro, Basri Hajdaraj, Florian Lajthiza, entrambi albanesi, e Celestine Aluu, di nazionalità nigeriana, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, mentre il quarto, Lorenc Collaku, anche lui albanese, ha parlato davanti al gip. In particolare Collaku, che è stato arrestato a Toirano dopo essere stato trovato con 12 chili di marijuana nascosti in un capanno degli attrezzi, avrebbe cercato di giustificare il possesso della droga spiegando che non sapeva che fosse lì e non sapeva nemmeno chi ce l’avesse lasciata.
Il giudice Picozzi ha convalidato tutti i loro arresti e ha disposto la custodia cautelare in carcere per Lajthiza, Collaku e Aluu, mentre ad Hajdaraj sono stati concessi gli arresti domiciliari.
A Cairo Montenotte erano stati arrestati Florian Lajthiza e appunto Basri Hajdaraj: il primo aveva 400 grammi di cocaina nascosti in casa, il secondo ne nascondeva, sempre nel suo appartamenti, circa 16 grammi, già suddivisa in dosi.
Lorenc Collaku invece è l’uomo arrestato al termine dell’operazione “lampo” dei carabinieri della stazione di Borghetto Santo Spirito che, nel dare la caccia all’albanese sul quale pendeva un ordine di carcerazione, hanno trovato anche l’ingente quantitativo di stupefacente.
Celestine Aluu, conosciuto con il nome di Prince nell’ambiente dello spaccio, invece è il pusher arrestato dalla squadra mobile di Savona in via Luigi Corsi dopo che aveva ceduto una dose di marijuana ad un diciottenne. Dopo una breve fuga i poliziotti lo avevano bloccato recuperando anche altri 100 grammi dei droga.