Accertamenti in corso

Omicidio di Pietra Ligure, gli inquirenti passano al setaccio cellulari e pc fotogallery

I difensori di Alessio Alamia per ora non hanno formalizzato la richiesta di perizia psichiatrica e di interrogatorio davanti al pm

Pietra Ligure. Non è ancora stata formalizzata né la richiesta di perizia psichiatrica né quella di effettuare un nuovo interrogatorio davanti al pm Daniela Pischetola per Alassio Alamia, il diciannovenne che lo scorso 7 aprile ha ucciso con cinquanta coltellate l’ex fidanzata Janira D’Amato.

Se da parte della difesa il procedimento si trova in una fase di “stallo”, gli inquirenti stanno invece proseguendo con una serie di accertamenti investigativi per ricostruire cosa è successo nelle giornate che hanno preceduto il terribile delitto. In particolare il pm ha disposto una serie di verifiche sui tabulati telefonici, sui contenuti del cellulare, ma anche su email e computer dell’omicida e della vittima per capire che contatti c’erano stati tra i due. In procura si attende anche il deposito della relazione definitiva del medico legale che ha effettuato l’autopsia.

Alamia deve rispondere di omicidio volontario premeditato per aver brutalmente aggredito l’ex fidanzata nel suo appartamento in piazzetta Morelli a Pietra Ligure.

La vittima è stata uccisa con una lama lunga circa 12 centimetri, colpita con fendenti al collo (dove ha sferrato i colpi fatali), sulle spalle, al viso, ma anche alla testa. Il medico legale ha accertato che Alessio Alamia ha colpito con una violenza inaudita Janira che ha tentato in ogni modo di difendersi dalle coltellate, ma senza riuscirci.

Dopo il delitto Alamia si è lavato, cambiato ed è uscito lasciando nel suo appartamento l’arma del delitto, i suoi vestiti sporchi, ma soprattutto il corpo esanime di Janira D’Amato. A quel punto il diciannovenne si è allontanato dalla sua abitazione per poi citofonare a casa della nonna, intorno alle 20,30 di quel maledetto venerdì sera.

“Ho avuto un problema con Janira” sono state le prime parole del ragazzo che, poco a poco, ha fatto intendere che fosse accaduto qualcosa di molto grave. “Se la prendeva con il cane e poi ha preso un coltello” avrebbe raccontato Alessio alla nonna per spiegare l’aggressione (come ha confermato poi la donna ai carabinieri). Invece a prendere in mano un coltello era stato proprio lui che, con una violenza inaudita, si è accanito contro l’ex fidanzata fino ad ucciderla. Quando la nonna ha compreso che Janira non c’era più, ha accompagnato il nipote alla stazione dei carabinieri di Loano, dove il ragazzo si è costituito.

Dopo la confessione davanti ai carabinieri e poi davanti al pm Pischetola, Alamia è sempre restato in silenzio preferendo avvalersi della facoltà di non rispondere davanti al gip “perché non se la sentiva di ricordare di nuovo quei momenti”.

Per questo motivo i suoi legali, gli avvocati Andrea Frascherelli e Alessandro Vignola si erano riservati di chiedere un nuovo interrogatorio e, di conseguenza, è probabile che la richiesta arrivi in queste settimane.

Quasi certamente comunque i difensori di Alamia, che nel frattempo è stato trasferito nel carcere di Genova Marassi (prima era ad Imperia), chiederanno di effettuare una perizia psichiatrica direttamente al gip (attraverso un incidente probatorio), ma, in alternativa potrebbero anche scegliere la strada di un rito abbreviato condizionato proprio all’espletamento dell’accertamento sulle capacità di intendere e di volere del loro assistito.

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