In ricordo

Intitolata allo storico Antonio Carossino la sala riunioni del Comune di Alassio fotogallery

E' stato forse il più grande cultore della storia della cittadina e della Liguria occidentale

Alassio. E’ stata intitolata ad Antonio Carossino, archivista del Comune e storico per passione, scomparso nel 2011 all’età di 91 anni la sala riunioni al primo piano del palazzo comunale di Alassio. La cerimonia ufficiale di intitolazione, con scoprimento di una targa, si è svolta questa mattina alla presenza del sindaco Enzo Canepa, di altre autorità cittadine e militari e del parroco Angelo De Canis, quindi dell’ex Comandante della polizia municipale Tindaro Taranto, del dottor Gianpaolo Mela, del professor Giovanni Puerari, dell’ex sindaco Giuseppe Cassarino, oltre che di tanti tra parenti, amici e conoscenti di Carossino.

“Antonio Carossino è una figura storica della nostra città, uno dei primi studiosi del nostro territorio e fondatore dell’Associazione Vecchia Alassio. La nostra comunità deve molto a lui e ai suoi studi”, ha sottolineato Enzo Canepa, sindaco di Alassio.

La decisione di intitolare una Sala – con targa alla memoria – ad Antonio Carossino era stata assunta dalla Giunta Comunale con apposita delibera, su proposta dello stesso sindaco Canepa. “È sentita intenzione di questa Amministrazione Comunale intitolare la sala al primo piano del Palazzo Comunale alla memoria del signor Antonio Carossino, storico Alassino”, si legge nel documento, che ricorda “il significativo impegno culturale profuso” da Carossino.

Nato ad Alassio nel 1920, figlio di un giardiniere dei Salesiani, autodidatta, Carossino è stato forse il più grande cultore della storia della cittadina e della Liguria occidentale.
Nel 1961 Carossino fondò l’Associazione Vecchia Alassio guidato dall’amore per la cultura e la propria “polis”. Uomo di fede, corista in chiesa, amante del dialetto, fonte preziosa per i laureandi in storia, in pochi giorni sapeva ricostruire la storia di qualsiasi famiglia alassina sino al 1200. Le storie di chiese, monumenti, conventi e ordini religiosi avevano segreti che solo lui conosceva, e chissà quanti frammenti di storia ha riportato alla luce ma non ha mai avuto il tempo di raccontare, e sono ora condannati di nuovo agli abissi degli archivi, nascosti su antiche pergamene.

Nel 2003 l’Amministrazione Comunale gli ha consegnato la prestigiosa medaglia a moneta denominata “l’Alassino d’Oro” nella ricorrenza della festività di Sant’Ambrogio, patrono della città, con la seguente motivazione: “Antonio Carossino, quale attento ricercatore e divulgatore del patrimonio storico, culturale e linguistico alassino e ligure”. Aveva scritto di lui Romano Strizioli nella presentazione del libro di Carossino “A m’aregordu”: “E’ raro che una persona si identifichi con una città, così come è avvenuto per Carossino con Alassio. Una identificazione totale che si è edificata grazie alla vocazione che ad Antonio, ancora ragazzo, venne instillata da una zia, attenta ai valori della tradizione. Anno dopo anno si sono accumulati in colui che diventerà ‘lo storico di Alassio’ con fatti e personaggi del quotidiano, anche i ricordi degli anziani che vissero la seconda metà dell’Ottocento. L’archivio mnemonico dell’amico Antonio, conservato ‘nei meandri del suo cervello’ lievita a dismisura, un complesso di conoscenze materiali che copre più di un secolo di storia locale”.

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