Pietra Ligure. Una serata piena di emozioni e momenti di commozione che però ha saputo lanciare un messaggio forte e chiaro: “Stop alla violenza sulle donne”. Ieri sera, in un teatro “Moretti” tutto esaurito, è andato in scena lo spettacolo “Se tu mi amassi”, ideato da Romina Camillo e messo in scena dal Circolo Artistico Culturale “Spettacolando”, che è stato dedicato a Janira D’Amato, la diciannovenne finalese uccisa dall’ex fidanzato proprio a Pietra Ligure.
Lo spettacolo sul tema del femminicidio, inizialmente, era programmato per marzo, ma per un problema della compagnia teatrale era stato posticipato a maggio. Nel frattempo la città di Pietra Ligure è stata scossa dalla tragedia dell’omicidio di Janira e, di conseguenza, si è deciso di dedicare la serata proprio alla ragazza recentemente scomaprsa. Ad assistere alla rappresentazione, in prima fila, c’erano proprio la mamma e la zia di Janira, oltre al primo cittadino di Pietra Dario Valeriani.
“E’ stata una serata veramente bella e di sentimento perché la gente è stata molto ricettiva: ha saputo ridere e piangere al momento giusto. Avere qui la mamma di Janira è stato molto importante per la comunità di Pietra: nel momento in cui abbiamo deciso di dedicare a lei questa serata è stato l’attimo più alto del lavoro di 17 anni di questa associazione. I giovani si devono amare perché è l’unica cosa che salva nella vita” ha detto l’ideatrice del testo teatrale Romina Camillo.
“La pièce teatrale è finalizzata a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui diritti umani ed in particolare sui diritti delle donne. La violenza non si ferma con l’atto in sé, prosegue subdolo in un clima sociale che spinge all’omertà e alla vergogna, che fruga pettegolo nei dettagli imbarazzanti, che condanna infine la donna per ‘essersela cercata…'” prosegue Romina Camillo.
“La storia racconta di un marito troppo ‘staccato’ dalla vita matrimoniale, che si dimentica sistematicamente di ogni evento importante, tra cui il 25° anniversario di matrimonio. A questa storia si intreccia la tragedia di una donna sistematicamente maltrattata, e vittima di violenza da parte di suo marito. Il tutto è raccontato in maniera leggera, ma con attimi in cui siamo costretti a fermarci a pensare sulla ‘pochezza’ di alcune persone, cercando di accendere uno sguardo, di non far cadere i numeri vuoti delle statistiche ponendo domande che pungono e aprono porte di solito sigillate. L’arte del teatro ha corpi in scena che respirano, tremano, si piegano di paura, si rialzano e cercano risposte negli occhi dello spettatore. Quando abbiamo chiesto alla zia di Janira se potevamo dedicare lo spettacolo a lei lei ci ha risposto: ‘Più il suo nome verrà pronunciato e più lei riuscirà a volare in alto’. Chi esce dal teatro non può rimanere indifferente” ha concluso l’autrice.
In effetti il pubblico ha risposto con grande sensibilità allo spettacolo che ha riservato momenti di forte commozione in sala, soprattutto quando sul palco venivano rappresentate le scene di violenza. A fine spettacolo, sul sipario chiuso, è stata proiettata una foto di Janira e il lungo applauso riservato agli attori è diventato ancora più forte, come un simbolico abbraccio per la ragazza e la sua fmaiglia.
L’ingresso per la serata è stato ad offerta libera e tutto il ricavato, circa 1500 euro, è stato donato all’Associazione Gentileschi sportello donna impegnata nell’assistenza alle vittime di violenza e persecuzioni tra le mura domestiche.