Esito

Ex Acna, i comuni piemontesi espongono alla commissione parlamentare i presunti illeciti di Syndial sui campionamenti

"Chiediamo di essere inseriti nel tavolo di coordinamento sulla bonifica come avviente per altri siti"

Ex Acna Cengio

Cengio. Sono ancora in corso, in Prefettura a Savona, le audizioni della commissione parlamentare sugli ecoreati che questa mattina ha effettuato un sopralluogo al sito cengese dell’ex Acna.

Dal legale dei comuni di prossimità, Nadia Brignone, la nota sottoposta per la battaglia di richiesta del risarcimento ambientale, mossa dalle istituzioni piemontesi: “Abbiamo presentato alla commissione le risultanze di Arpa, in primis Arpa Liguria, che ha redatto un documento di sintesi delle attività espletate nel 2016 per quanto riguarda l’Area Merlo, da cui si evince come vi siano degli inquinanti definibili come ‘contaminante – tracciante’, presenti nell’area ‘Basso Piave’ e nelle acque superficiali del Bormida, ragion per cui già alla fine del 2016 l’Arpal chiedeva di porre in atto misure di prevenzione”.

“Abbiamo poi sottoposto un’ordinanza della provincia di Savona che, più o meno contestualmente con il provvedimento citato dell’Arpal, disponeva misure di prevenzione e di messa in sicurezza di emergenza relative all’Area Merlo – prosegue l’avvocato Brignone – Soprattutto, è molto interessante un provvedimento recente, del 3 maggio 2017, una nota dell’Arpa Piemonte avente ad oggetto il ‘sito di interesse nazionale ex-Acna di Cengio. Monitoraggio post operam delle acque sotterranee di Località Pian Rocchetta (Comune di Saliceto)’. Questa nota esamina i referti analitici dei campioni di acqua sotterranea prelevata dai piezometri ubicati a Pian Rocchetta, quindi nella parte piemontese del sito, nel corso delle campagne di marzo, giugno, settembre e dicembre 2016. Il documento si riferisce a campionamenti che ha fatto, o meglio, che avrebbe dovuto fare, Syndial”.

“La previsione era di effettuare quattro campionamenti (rilevamenti) nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre 2016 su quattro piezometri. Arpa Piemonte evidenzia che la documentazione inviatale da Syndial per tutte e quattro le campagne si riferisce a soli tre piezometri (numeri 1, 2, 3) senza prendere in considerazione il quarto, e senza neppure motivarne l’assenza di campionamento. Non solo, anche per quanto riguarda i tre piezometri presi in considerazione, Arpa Piemonte deve rilevare come, nella maggior parte dei casi esaminati, i piezometri di controllo non sono stati campionati, in quanto, a detta di Syndial, privi di acqua al loro interno o caratterizzati da una ricarica insufficiente di acqua”.

Ex Acna Cengio

E ancora: “Arpa evidenzia anche come Syndial non abbia trasmesso copia dei verbali di campionamento per un eventuale approfondimento delle cause del mancato prelievo. Quindi è stato, in buona sostanza, omesso un campionamento, anzi una mancata presa in considerazione del piezometro quattro in tutte le campagne e anche per gli altri tre piezometri sono prevalentemente mancanti i campionamenti. Le giustificazioni di queste omissioni non risultano accettabili, pensiamo che si asserisce (Syndial asserisce) che non vi sarebbe stata acqua sufficiente nel mese di gennaio 2016, pochi giorni dopo l’evento alluvionale del novembre 2016. Ci verrebbe da dire che non trovano neanche l’acqua in Bormida”.

“Questa situazione desta senza dubbio attenzione, desta attenzione la mancanza di dati, desta attenzione la mancanza di interlocuzione con Syndial – afferma l’avvocato Brignone – In altre ipotesi, come nel caso del sito di Pieve Vergonte, è stato emanato un protocollo di coordinamento che, appunto, coordina l’attività dei comuni della Provincia e della Regione e di Syndial, istituendo in loco una vera e propria cabina di regia presieduta dai Comuni, per condividere le modalità della bonifica, discuterle, approvarle ed essere aggiornati. Noi abbiamo chiesto di essere informati sulla bonifica, di poter partecipare attivamente alla condivisione delle decisioni più importanti, abbiamo chiesto di poter sedere al tavolo tecnico dove sappiamo essere presenti le Regioni ed il Ministero, ma fino ad ora non ci è stato consentito. Sappiamo che esiste un tavolo tecnico dove si discute della bonifica, dei costi del ripristino, del danno ambientale, della possibile definizione stragiudiziale del danno ambientale, ma non ci è consentito di sedere a questo tavolo, nonostante si abbiano delle competenze, delle esperienze, dei dati da fornire e da condividere. Syndial ha più volte detto che vuole applicare anche altrove gli esempi di Pieve Vergonte: noi siamo pronti a farlo, chiediamo a Syndial se vuole mettere in pratica le proprie affermazioni o se continueranno a rimanere buoni propositi sulla carta, negati in pratica”.

Anche al sindaco di Cengio, Sergio Marenco, la commissione ha chiesto quali siano state le ripercussioni della presenza di uno stabilimento chimico come l’Acna. “Ho ribadito che sul versante ligure, ossia a Cengio, abbiamo perso due mila posti di lavoro ma, soprattutto, abbiamo una discarica di due milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi – spiega il primo cittadino – Questa mattina il sopralluogo ha interessato proprio la cosiddetta Area 1, coinvolta in un processo di capping per isolare definitivamente ciò che si trova al di sotto di quello spazio”.

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