Savona. Dopo il progetto del waterfront di levante presentato dal Comune di Savona, anche il recupero delle ex aree Solimano finiscono nel mirino di Rifondazione Comunista: “La Giunta Caprioglio, contrariamente alle promesse in campagna elettorale, accentua e amplifica questa visione e sposa nuovamente la cosiddetta “urbanistica contrattata”, in cui si va a sostituire un insieme di regole predefinite con un sistema di contrattazione che eleva i privati al livello del Comune, se non superiore” affermano Fabrizio Ferraro, segretario provinciale di Rifondazione Comunista e Marco Ravera, consigliere comunale di “Rete a Sinistra – Savona che vorrei”.
“Negli ultimi decenni a Savona si è costruito troppo e male, e le amministrazioni che si sono succedute hanno approvato progetti insostenibili. Dalla “Savona 2″ della giunta Gervasio sulla collina di Cadibona che, per l’allora giunta di centrodestra, doveva essere un centro residenziale costituito da nove palazzine a schiera, fino al periodo del Sindaco Ruggeri che ha ridisegnato la città con progetti simbolo come la torre Bofill e il Crescent. Per arrivare al progetto del porto della Margonara, che abbiamo già ampiamente criticato e alla quale ci siamo opposti in tutti questi anni”.
“La maggioranza, non paga del “waterfront” di levante e delle quaranta villette in località La Romana al Santuario, ha presentato anche il progetto relativo alle aree degli ex cantieri Solimano in via Nizza. Nella II Commissione consiliare, dopo la presentazione di un progetto di riqualificazione che vedrebbe una passeggiata sul mare, spazi per gli sport all’area aperta in collaborazione con l’Università e uno per la messa in sicurezza dei rii Molinero e San Cristoforo, è stato illustrato il “vero progetto”, che in quest’ottica dell’edilizia contrattata consentirà la realizzazione di due palazzi vista mare, di altezza variabile (si può arrivare anche a 15 piani!!) con un raddoppio dei volumi rispetto a quanto indicato dal Piano urbanistico comunale, dai 3.300 metri quadrati previsti a 6.700 e con circa 20 mila metri cubi di cemento, i quali avrebbero un impatto non indifferente per la città”.
“Il vice Sindaco Massimo Arecco, contrariamente a quanto fatto quando era all’opposizione, ha difeso il progetto. Noi rimaniamo coerenti con quanto sostenuto e votato “ieri”.
“È nostra convinzione, infatti, che il progetto di riqualificazione debba rispettare in ogni caso le indicazioni presenti nell’attuale Puc, e se il privato non ha più interesse a costruire è un problema del privato, non può e non deve diventare un problema della città. E’ ora di dire basta a questi progetti che fanno gli interessi di pochi, le risorse e i progetti vengano utilizzate per fare qualcosa che serva davvero alla comunità pubblica” concludono i due esponenti di Rifondazione.