Savona Porto Elettrico diventa un Comitato di cittadini e invita la popolazione savonese ad aderire: al primo posto la salute dei savonesi. “Siamo un comitato apartitico e apolitico (la salute è di tutti e non ha colore) al quale invitiamo ad aderire prima di tutto i nostri amministratori, di qualsiasi parte politica. Abbiamo ascoltato tante promesse, specialmente nei caldi periodi elettorali, e abbiamo voluto crederci: ma come unico atto di buona volontà, in vent’anni, ci siamo ritrovati tre panchine in alluminio riciclato, il “regalo” di Costa Crociere alla città” dice il neo comitato.
“E al danno si aggiunge la beffa, se ricordiamo che proprio l’amministratore delegato di Costa Crociere, Michael Thamm, ha suggerito a Savona di diventare “una città verde”! L’Autorità portuale, pur essendo un organismo pubblico, ha come finalità l’indirizzo, la programmazione, il coordinamento e il controllo delle operazioni portuali, la manutenzione dei porti e la fornitura di servizi per gli utenti portuali. La normativa non dà disposizioni circa la tutela della salute dei cittadini. Questo aspetto è compito del Governo, delle Regioni e del Sindaco. Purtroppo i cittadini di Savona si trovano soli a difendere le loro istanze nei confronti di colossi come le compagnie di crociere e l’Autorità portuale, che oppongono i temi della crisi economica e della crescita quale giustificazione ai mancati investimenti nelle migliori tecnologie per la tutela ambientale”.
“Il nostro comitato ritiene che le operazioni attuate e previste peggiorino lo stato dell’ambiente ed aumentino i rischi per la salute. Abbiamo ribadito più volte i nostri dubbi sul metodo dei monitoraggi da cui emerge che “a Savona le navi inquinano poco”, come sulle altre criticità ambientali del nostro territorio, a partire dalla piattaforma Maersk che eroderà le spiagge e che rischia di provocare un inquinamento incontrollato con i dragaggi” aggiunge ancora Savona Porto Elettrico.
“Leggiamo che a Savona sono previsti investimenti per 8 milioni di euro proprio in dragaggi – per rendere più profondo il fondale e consentire l’attracco delle navi più grandi del mondo – ma neppure un euro per mitigare l’impatto dell’inquinamento prodotto dalle navi e dal traffico collegato alle loro attività”.
“Dopo la decina di milioni già spesi per la nuova sede, di cui ora non si sa cosa fare, la necessità di dragare dimostra, ancora una volta, la scarsa lungimiranza nella scelta della sede del terminal crociere: non solo a ridosso di abitazioni residenziali, ma anche in una zona con profondità del fondale insufficiente”.
“Oltre al costo, che in ultima istanza è pagato dai cittadini, quali sostanze verranno fuori, dragando i fondali? A quale ulteriore inquinamento rischiano di andare incontro il mare, le spiagge? (in primis la Margonara, ultimo angolo naturale della nostra costa minacciato da quel cemento tanto caro agli amministratori di tutte le appartenenze…). Qualcuno ci pensa? Qualcuno ci dirà come si intende smaltire il materiale?” si chiede il comitato, pronto a dare battaglia sulle tematiche a difesa della salute e dell’ambiente.